Il 4 aprile del 2004, Domenica delle Palme, la Città di Aprilia si risvegliava con la drammatica notizia della morte del sindaco allora in carica, lo stimato Luigi Meddi eletto con voto plebiscitario soltanto due anni prima.
Una tragedia che, per uno strano scherzo del destino, la comunità apriliana ancora non sapeva di dover rivivere soltanto otto anni dopo con la scomparsa a seguito di un improvviso malore del sindaco Domenico D’Alessio.
Luigi Meddi, socialista, operaio e studente di Legge fino alla promozione a pieni voti all’esame di Stato per l’esercizio della professione di avvocato, ma soprattutto pioniere figlio di pionieri della bonifica, è stato sindaco due volte. Nel 1990 ha guidato la grande alleanza con la quale è riuscito a mandare per quattro anni all’opposizione la Democrazia Cristiana (che alle elezioni prese la maggioranza relativa ed elesse il numero record di 17 consiglieri). Poi, nel 2012, con la nuova legge che prevede l’elezione diretta del sindaco da parte dei cittadini, è stato il primo candidato a farsi scegliere al primo turno, senza necessità di un ballottaggio, vale a dire con oltre il 50% dei voti. Questa volta era a capo di una coalizione di centrodestra rinforzata da liste civiche. Tutto questo è bastato a consegnarlo alla storia di Aprilia come l’uomo dei “capolavori politici”.
Meddi è stato un democratico vero, che amava il confronto in Aula Consiliare, dal quale ne trae giovamento un’amministrazione attenta agli interessi collettivi. Ma lo si ricorda anche come un decisionista, un leader capace di risolutezza e assunzione di grandi responsabilità.
Negli anni Novanta è stato il sindaco che ha saputo interpretare la nuova mentalità che ha investito il modo di gestire la cosa pubblica, all’insegna della trasparenza e del dialogo con i cittadini, a cui proprio in quegli anni per la prima volta veniva riconosciuto il diritto di sapere cosa succedeva nei palazzi del potere. Poche settimane dopo il suo insediamento a capo dell’amministrazione comunale di Aprilia, il 7 agosto del 1990, è stata approvata la Legga n. 241 che ha profondamente rinnovato il rapporto tra cittadini ed istituzioni, tra l’altro introducendo il diritto di accesso agli atti pubblici.
Era appena iniziato il decennio di determinante trasformazione degli enti pubblici e Luigi Meddi, laddove altri sindaci arrancavano, stava cavalcando la tigre della modernità con la solita lungimiranza e innata capacità intuitiva.
Il suo nome è oggi perpetuato nella Sala Consiliare del Comune di Aprilia, intitolata a Luigi Meddi il 29 ottobre del 2017, in occasione dell’80esimo anniversario dell’inaugurazione della sua Città, quella che ha tanto amato e che ha governato fino all’ultimo giorno. Il suo è un esempio ancora vivo per le giovani generazioni, quello di un uomo che non si è mai arreso e la sua vita intera rappresenta l’incarnazione della giustizia sociale, del riscatto, della passione civica.
Giuseppe Zaccone