Quasi due casi al giorno di intimidazioni ad amministratori o funzionari pubblici in Italia nel solo 2018. Cifra record che, in soldoni, parla di un rappresentante dello Stato “sotto tiro” ogni 15 ore.
Sono i numeri preoccupanti diffusi da Avviso Pubblico, che ha appena presentato il rapporto annuale degli “Amministratori sotto tiro” per l’anno 2018. Il dossier, per fortuna, quest’anno non parla anche di Aprilia, ma nel recente passato non è stato così. Si pensi al grave atto intimidatorio capitato all’ingegnere Corrado Costantino, cui esplosero dei colpi d’arma da fuoco sulla fiancata dell’autovettura di proprietà, oppure all’altrettanta grave aggressione al consigliere Pasquale De Maio (oggi presidente del Consiglio Comunale) che fu ferito alla testa con una spranga.
Quello degli amministratori o dei pubblici funzionari colpiti da atti intimidatori da parte delle forze dell’anti-Stato, è perciò un tema vicino a tutte le comunità, senza esenzioni od esclusione alcuna.
Secondo l’ottava edizione del rapporto “Amministratori sotto tiro”, presentata ufficialmente la scorsa settimana a Roma, sono 574 gli atti intimidatori, di minaccia e violenza nei confronti degli amministratori locali censiti da Avviso Pubblico nel 2018, uno ogni 15 ore. Dal 2011, anno della prima edizione del Rapporto in cui furono censiti 212 casi, gli atti intimidatori sono aumentati del 170%. Il fenomeno lo scorso anno ha coinvolto tutte le regioni italiane ad eccezione della Valle d’Aosta, 84 Province e 309 Comuni.
Il 66% del totale dei casi censiti (379) si è registrato nel Mezzogiorno d’Italia ed in particolare il 42% dei casi nel Sud e il 24% nelle Isole, mentre il restante 34% del totale (195 casi censiti) si è registrato nel Centro-Nord, dove si riscontra un ulteriore aumento delle minacce e intimidazioni rispetto al 2017.
La Campania per il secondo anno consecutivo si conferma la regione in cui sono state registrate il maggior numero di intimidazioni a livello nazionale, con 93 casi censiti (+8% rispetto al 2017). Segue nella classifica regionale la Sicilia, con 87 casi (+10%). Al terzo posto si conferma la Puglia con 59 casi e al quarto la Calabria con 56. Conferma il quinto posto anche la Sardegna con 52 casi censiti (+8%).