Piena soddisfazione in casa Apl, Aprilia in Prima Linea, per la manifestazione di sabato, primo appuntamento di un ciclo di incontri letterari promosso dal movimento politico di centrodestra. Questa “prima” ha visto protagonista la saggista Cristina Coccia, autrice del libro “Un futuro senza avvenire”.
La conferenza è partita con l’introduzione del coordinatore di Apl Emanuele Campilongo che, oltre a fare i ringraziamenti ai presenti – tra cui il neo consigliere provinciale Domenico Vulcano – ha ribadito come questo sia solo il primo appuntamento. “Rinnoviamo l’appello a tutte le altre anime del sovranismo presenti in città – ha ribadito Campilongo – a collaborare con noi per la messa in opera sin da questa estate, di un festival della cultura identitaria ad Aprilia. Se questa sensibilità non vi fosse – conclude Campilongo – noi faremo da soli, ovviamente con le forze che abbiamo a disposizione. Se vogliamo elevare il livello di conoscenza dei cittadini dobbiamo impegnarci sulla cultura”.
Successivamente ha preso la parola il prof. Massimo Pacilio che prendendo spunto dal suo libro edito da Ar dal titolo “L’invasione”, ha tracciato il solco della discussione a cui poi la relazione di Cristina Coccia ha fatto da necessario completamento. Massimo Pacilio attraverso un breve excursus storico, ha evidenziato come sia in atto una trasformazione profonda della nostra Società, anche dal punto di vista etnico. Successivamente si è passati all’esame della necessaria difesa dl concetto di Stato, come entità basilare per la conservazione delle nostre qualità, di contro alla volontà di livellare ogni differenza al fine della creazione di un uomo senza radici al servizio del capitale internazionale. La sostituzione di organismi sovranazionali come l’Unione Europea, l’Onu o la Nato, altro non sono che tentativi di recidere le nostre radici e allontanarci pericolosamente dal centro del potere e rendere il popolo ancora più schiavo. L’invasione migratoria voluta dal capitale apolide internazionale non ha solo motivazioni economiche infatti, Massimo Pacilio ha evidenziato come il concetto caro a Marx “dell’esercito industriale di riserva” oltre che il “dumping salariale” siano solo alcune delle motivazione che sono alla base del sostegno dei potenti alle migrazioni di massa. Per arrivare alla creazione di una società liquida dove ci sia l’uomo senza differenze e ridotto a mero consumatore, vi è la necessità di sconvolgere l’omogeneità etnica dei territori. Questo piano secondo il prof. Pacilio, si è spinto fino alla predisposizione di un vero e proprio “esercito di disperati”, giunto a raggiungere le 800.000 unità in soli dieci anni, sulle nostre coste. E proprio come gli eserciti del passato esso si atteggia, sia dal punto di vista dei comportamenti che delle conseguenze sociali ed economiche. Ogni invasione comporta che i costi dell’occupazione sono scaricati interamente sulla popolazione che accoglie lo straniero. Così si sta delineando la situazione in Italia, fortunatamente l’attuale Governo sta invertendo la rotta.
Cristina Coccia completa il discorso attraverso l’esposizione dei temi trattati nel suo “Un futuro senza avvenire?”, parlando chiaramente della necessità di concentrarci sulla “buona generazione delle genti”. Con una inappuntabile serie di dati e con una esposizione chiara e fluente, la biologa irpina ha parlato di come la nutrizione sia fondamentale e da essa dipende se un uomo sarà sano o malato. “Chi vuole sottrarsi agli imperativi della modernità – ha affermato Cristina Coccia – e all’uomo indifferenziato, deve dedicarsi alla salute del nostro popolo”.
Da qui un’analisi incentrata sulla necessità di una “corretta generazione” e della lotta contro gli agenti patogeni esterni. Molta importanza è stata data allo studio statistico dei dati sulla natalità in Italia, contrapponendoli ad esempio con quelli di stati africani – come la Nigeria – che sono protagonisti della “bomba demografica” del continente nero. Non sono state dimenticate da Cristina Coccia anche le conseguenze epidemiologiche dell’immigrazione dai paesi africani, in particolar modo sulle malattie tropicali neglette su cui ben poco sanno o possono contrapporre, gli epidemiologi europei. Rifacendosi addirittura ad un recente articolo del prof. Burioni (non certo un pericoloso sovranista) si è sottolineato come nel breve tempo sia possibile addirittura una ricomparsa della poliomielite, vista l’esplosione di focolai in parte della Nigeria, e in altri stati protagonisti degli sbarchi sulle nostre coste.
Nella conclusione del suo intervento, Cristina Coccia ha sottolineato l’assoluta necessità di interventi politici a sostegno delle nascite e alla lotta all’immigrazione extra europea. Esortando i presenti a pensare quanto le singole scelte quotidiane siano importanti e rappresentino degli atti politici. “Dobbiamo smetterla di pensare come individui ma come – ha affermato la biologa – un organismo etnico, dobbiamo riconoscerci tra noi e instaurare un sistema immunitario capace di resistere agli agenti patogeni. Un organismo sia esso biologico o sociale – ha concluso Cristina Coccia – può dirsi realmente sano, quando ci sono due elementi fondamentali, cioè il riconoscimento tra simili e la comunicazione. Invece di occuparci di una buona morte, dovremmo impegnarci nella ricerca di una buona vita.”