Le consigliere comunali Monica Tomassetti del Partito Democratico e Carmen Porcelli di Sinistra Ecologia e Libertà denunciano la mancata consegna della documentazione utile a supportare i lavori della commissione trasparenza convocata per domani pomeriggio sulla vicenda della transazione e affitto dei locali di Piazza dei Bersaglieri. Il gesto, secondo loro, mette a rischio la democrazia e lo svolgimento delle funzioni di controllo da parte dei consiglieri comunali.
«Terra non si può elevare al rango di podestà. E’ un diritto di ogni cittadino avere i documenti sulla Est Capital. Qui si stanno coprendo le malefatte di qualcuno» – affermano le consigliere del centrosinistra Tomassetti e Porcelli.
«Agli organi di stampa rivolgiamo la nostra denuncia ed indignazione per l’ennesima e grave violazione del principio di trasparenza nel Comune di Aprilia. Lì dove non c’è trasparenza si insinua il dubbio e decade la fiducia negli attori della politica, ma anche nelle istituzioni».
L’articolo 1 del decreto legge 14 marzo 2013 n. 33, in vigore del 20 aprile 2013, recita che: La trasparenza è intesa come accessibilità totale delle informazioni concernenti l’organizzazione e l’attività delle pubbliche amministrazioni, allo scopo di favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche; invece il modo in cui viene gestito il Comune di Aprilia è assolutamente lontano dai criteri di trasparenza che dovrebbero presiedere la gestione dei beni pubblici.
«Il sindaco e la sua amministrazione invece – asseriscono Tomassetti e Porcelli – fingono di non sapere che garantire ai rappresentanti del corpo elettorale l’accesso ai documenti e alle informazioni è utile all’espletamento del loro mandato: come può altrimenti un consigliere comunale valutare, con piena cognizione, la correttezza e l’efficacia dell’operato dell’amministrazione, e di esprimere un voto consapevole sulle questioni di competenza del consiglio? E’ fin troppo evidentemente che quel che sta più a cuore a Terra e ai suoi è che non solo la città, ma anche i consiglieri comunali vengano narcotizzati dagli slogan populisti che sono la vera essenza della sua, del loro agire politico. La promozione, anche nell’ambito del consiglio stesso, di iniziative – quali interrogazioni, interpellanze, mozioni, ordini del giorno, deliberazioni – che spettano ai singoli rappresentanti del corpo elettorale locale, si configura come peculiare espressione del principio democratico dell’autonomia locale e della rappresentanza esponenziale della collettività : questo lo dice la legge! ».
Per restare al caso della commissione trasparenza, l’unica documentazione consegnata ai consiglieri comunali è quella inviata dal dirigente, l’ avvocato Massimo Sesselego, mentre nell’elenco allegato al verbale al termine della commissione del 20 febbraio scorso erano contenuti altri atti mministrativi, che i tecnici presenti si erano impegnati a consegnare.
«Abbiamo appreso che gli altri dirigenti interessati si sarebbero rifiutati di consegnare la documentazione richiesta – aggiungono le due consigliere del centrosinistra – ci auguriamo che la verità sia un’altra, aspettiamo una spiegazione plausibile e chiaramente accompagnata dalla consegna, sia pur tardiva, dei documenti. Francamente non sarà facile a distanza di un mese dalla prima riunione nascondere quello che ad oggi appare un vero e proprio rifiuto». «Con questo comportamento è certo che abbiamo toccato il fondo: non è possibile continuare su questa strada, non è la prima volta che ci troviamo a denunciare l’assenza totale delle regole di trasparenza amministrativa. Terra non può pensare di amministrare in questa maniera, i cittadini non gli hanno accordato la fiducia per elevarsi al rango di podestà. Se è vero, come egli stesso asserisce, che la magistratura contabile starebbe indagando sulla questione, non dovrebbe avere alcun problema a consegnare la documentazione ai consiglieri comunali perché anche loro possano fare chiarezza sugli atti approvati dall’amministrazione comunale. Diversamente, ma in questo non c’è bisogna di possedere malizia o cattiveria, vuol dire che si sta coprendo qualcuno o qualcosa. E poiché di mezzo ci sono 1 milione di euro, ovvero i soldi dei cittadini spesi con enorme leggerezza, non va affatto bene. Altro che casa di vetro – concludono le due esponenti del centrosinistra – il Comune di Aprilia sembra più un Palazzo dei misteri e a questo punto aggiungiamo degli affari».