Questa mattina in una conferenza stampa l’ex Consigliere e candidata sindaco Carmen Porcelli ha voluto incontrare la stampa per discutere del caso ‘rimborsi facili’ e della condanna del sindaco Terra alla Corte dei Conti. Porcelli ha voluto, prima di tutto, intervenire su quanto accaduto nell’ultimo Consiglio Comunale:
“Ho guardato l’intervento del consigliere Zingaretti di cui avevo sentito parlare. Mi sono tornate in mente le offese ricevute in quell’aula in diverse occasioni per aver espresso un’opinione o portato avanti una proposta. E’ brutto soprattutto quando si è da soli e nessuno ti difende. Mi dispiace per lui, ma deve esserne fiero perché è coraggioso. Non è facile reagire a chi ti vuole zittire, mortificare dentro e fuori. C’è molta cattiveria, invidia. Ha dimostrato di essere libero e coraggioso, nonostante la sua giovane età. Gli fa doppiamente onore”.
L’argomento ‘caldo’ dell’incontro è stato, appunto, il caso ‘rimborsi facili’ per cui il sindaco Terra è stato condannato in primo grado dalla Corte dei Conti. Porcelli, ha voluto, con carte alla mano, mostrare alcune contrapposizioni tra parole e fatti, specie per quanto riguarda la figura dell’Avvocato Martini, difensore del Comune:
“Quando ho visto la determina iscritta al Registro Generale n. 854 del 12 giugno 2019 – avente ad oggetto Impegno di spesa ricorso consiglio di Stato Andreani Tributi – ed ho letto che il responsabile del servizio Contenzioso e avvocatura aveva disposto di impegnare a favore dell’avvocato Martini – imputandola al capitolo Liti, arbitraggi, risarcimento – la somma di 3.888,58 euro “dando atto che la spesa complessiva ammonta a 20.205, 90 di cui 16.317,32 euro già assunto al capitolo riferente all’impegno di ragioneria n. 1929/2015, sono letteralmente saltata sulla sedia ma come nel 2016 non aveva detto che avrebbe lavorato a titolo gratuito?”
La ricostruzione
Durante l’incontro, Porcelli ha ricostruito tutti i passaggi della vicenda:
“Lo stesso responsabile del servizio, sulla base dello stesso decreto sindacale, determinava in data 17 dicembre 2015 (num. Reg. gen. 1917) una spesa preventiva di 16.317, 32 euro afferente alla fase cautelare del giudizio per consentire la liquidazione delle spettanze del predetto professionista. Tale somma veniva impegnata in favore dell’avvocato Martini imputandola al capitolo di bilancio 12500. Siamo nel 2015.
Il 15 marzo 2016 – leggo direttamente dalla determinazione – il professionista ha dichiarato di rinunciare ai compensi dovuti per la fase di merito del giudizio per cui l’incarico è da intendersi a titolo gratuito.
Non solo: 5 giorni prima di questa determinazione – apprendo sempre dalla determinazione del responsabile del Servizio – l’avvocato Martini con una pec protocollata (dove?) col num. 24641 del 10 marzo 2016 ha tuttavia trasmesso la richiesta pervenutagli da parte del consiglio di stato avente ad oggetto il pagamento del contributo unificato relativo a quel giudizio per l’importo di 9000 euro da pagare entro il 09 marzo 2016.
Supponiamo, viste le date, che l’avvocato abbia anticipato di suo i 9mila euro, mostrando un forte attaccamento al Comune di Aprilia, comunque sta di fatto che con atto di liquidazione n. 30 del 17 marzo 2016 e con relativo mandato di pagamento n. 1750 del 22 marzo 2016 il Comune di Aprilia liquida i 9000 euro per il contributo unificato all’avvocato Martini.
Nel marzo del 2017 il primo cittadino veniva iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di truffa aggravata – il pm aveva chiesto addirittura l’arresto – e il 9 marzo si celebrava il consiglio comunale nel quale il primo cittadino accusava l’avvocato di “aver prodotto fatture con importi diversi, non so se abbia evaso il fisco” – quindi la colpa è dell’avvocato e che a Martini erano rimaste solo due piccole cause (articolo de il caffè senza firma n. 397 dal 16 al 22 marzo 2017) ma “revocare quegli incarichi con le procedure in corso potrebbe essere dannoso”.
Il 12 marzo 2017, su il messaggero articolo di Raffaella Patricelli, l’avvocato Martini annunciava di voler rinunciare agli ultimi due incarichi ancora in piedi, e di aver rifiutato una parcella costosa per quanto riguardava la causa contro la Andreani Tributi. L’avvocato ne usciva da eroe, aveva lavorato a titolo gratuito, il sindaco – con la presunzione di innocenza e sostenuto da uno stuolo di garantisti a prescindere – tranquillizzava tutti.
Ecco invece che pochi mesi fa, det 854/2019 ecco la sorpresa: il professionista si rimangia tutto e presenta parcella. L’ufficio addirittura verifica che la parcella (di cui però non sappiamo l’importo) non è congua e la ricalcola in misura minore ad oltre 20. 205,90 €. Alla fine della fiera l’avvocato Cavaliere del Lavoro, ha ricevuto 9.000,00 nel 2016 per contributo unificato ora a suo favore abbiamo una somma impegnata con parcelle presentate (e ricalcolate peraltro) per oltre € 20.000,00. Questo vuol dire RINUNCIARE AL COMPENSO?”
Federica Zecchi