Rifiuti tossici interrati ad Aprilia, sequestrati beni ad Antonio Piattella.

L’ex imprenditore pontino era già stato arrestato nel 2017 perchè ritenuto al vertice dell’illecito smaltimento di rifiuti in località Tufetto ad Aprilia.

Guai per l’imprenditore Antonio Piattella, a cui sono stati sequestrati i beni nell’indagine che lo vede coinvolto per l’operazione “Dark Side”. Piattella nel 2017 era stato arrestato poiché ritenuto al vertice di un sodalizio criminale dedito all’illecito smaltimento di rifiuti, che venivano interrati in una ex cava alle porte di Aprilia (LT), in località Tufetto, senza alcuna autorizzazione al loro trattamento e senza alcun tipo di preventiva “preparazione” del sito, volta ad evitare che i rifiuti potessero disperdersi ed entrare in contatto con l’ambiente, arrecando grave danno all’intera collettività.

Dai servizi di monitoraggio ed osservazione posti in essere dagli investigatori era emerso che all’interno della cava in argomento erano stati realizzati, nell’arco di 5 mesi, circa 200 sversamenti abusivi, aventi ad oggetto anche rifiuti di natura tossica, che avevano procurato sia agli smaltitori che ai conferitori di ottenere elevatissimi profitti, successivamente reimpiegati nel circuito economico legale.

Le odierne indagini patrimoniali, svolte dalla Divisione Anticrimine di Latina e dal Servizio Centrale Anticrimine, hanno permesso di appurare che Piattella era in possesso di grandi disponibilità economiche, ponendosi, di fatto, come il volano e il punto di riferimento di tutte le attività imprenditoriali della sua famiglia, sia di quelle gestite dai figli del primo matrimonio, non più conviventi, sia di quelle riconducibili ai componenti della famiglia attuale. All’uomo sono stati sequestrati 7 terreni, 9 fabbricati, nonché numerosi rapporti bancari intestati ai menzionati soggetti, per un valore complessivamente stimato in circa 1,5 milioni di euro.

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