FuturAprilia: “Abusivismo è un danno vero per la città”.
Le richiesta di chiarezza e trasparenza del Movimento FuturAprilia circa il problema dell’abusivismo, discusso nell’ultimo Consiglio Comunale.
Il Movimento FurturAprilia esprime le proprie considerazioni riguardo all’ultimo Consiglio Comunale, dove si è trattato il tema dell’abusivismo. Secondo FuturAprilia ciò che è emerso è tanta confusione, perciò il Movimento ha deciso di porre alcune domande alla Commissione urbanistica, che riportiamo:
- Dopo una sommaria presentazione della proposta di delibera presentata dall’assessora Caporaso, dopo circa 1 ora in cui i commissari consiglieri si cimentavano in una discussione per alcuni versi appassionante, si scopriva che non era pervenuto loro alcun documento di merito del problema né tantomeno la proposta di delibera di cui si sarebbe discusso. È possibile affrontare un problema come quello dell’abusivismo in maniera così superficiale e frammentaria?
- Anche l’ulteriore commissione convocata il giorno prima del consiglio non aveva prodotto risultati tangibili. Anzi, se possibile vi regnava ancor più confusione tanto che nel consiglio comunale solo per individuare la grandezza del fenomeno abusivismo, si rincorrevano cifre tra loro molto discordanti (da 700 abusi a quasi 10.000).
- Ma nei fatti di cosa si discute? Sappiamo tutti che il fenomeno abusivismo ha caratterizzato la nostra città per oltre 40 anni e che ha creato non pochi problemi di gestione. Molti di questi abusi hanno avuto l’opportunità di essere sanati utilizzando i diversi condoni che si sono succeduti nel tempo. Nel 2001 una legge (la 380 che spesso è richiamata nella delibera comunale) stabilisce che costruzioni intervenute in assenza di licenza o in totale difformità con i piani regolatori, siano demolite e/o acquisite dall’amministrazione per prevalenti interessi pubblici. Questa legge sin dalla sua emanazione presentava notevoli lacune e contraddizioni e solo nel 2008 una legge regionale (la n° 15) sanava queste lacune e chiariva le contraddizioni superando la complessità dell’applicazione della legge 380 del 2001. In definitiva a partire dal 2008 tutti gli abusi non avrebbero potuto godere di alcun condono e sulla base della legge vigente sarebbero stati demoliti o acquisiti dall’ente comunale.
- Qual è la situazione di Aprilia? Difficile dirlo viste le diverse cifre enunciate durante il consiglio comunale ma prendiamo per buone quelle fornite dall’assessore all’urbanistica che ha parlato di circa 1700 abusi di cui quasi 800 in qualità di interi manufatti (il resto sono parziali o piccoli abusi) che si sono succeduti dal 2008 in poi ( di cui circa 50 nel solo 2019). Tuttavia, ci chiediamo come sia possibile non considerare il fatto che nei prossimi mesi giungeranno a sentenza definitiva tutte gli altri ricorsi o gran parte di essi. Se ciò si verificasse sarebbe un problema o no? E non era il caso, come chiedevano le opposizioni e parte della stessa maggioranza, di approfondire il tema nella sua complessità e presentare una delibera con annesso regolamento di attuazione tenendo conto delle diverse tipologie di abuso che si possono presentare, i costi necessari alle demolizioni, l’eventuale interesse del bene pubblico, sanzioni, ecc.?
- In consiglio comunale il dibattito in alcuni momenti è sembrato il teatro dell’assurdo in cui i sostenitori dell’approvazione della delibera si ergevano a paladini del contrasto all’abusivismo scomodando il concetto di legalità accusando gli oppositori di non volerlo contrastare affatto e di favorire una strisciante illegalità. Ci è sembrato invece che tutti si siano espressi in maniera perentoria nel voler stroncare l’abusivismo e che l’unica differenza era nel voler presentare una delibera più organica e più dettagliata nei contenuti.Siamo convinti che la legalità debba essere un pilastro della buona amministrazione. Così come siamo convinti che Aprilia soffra di una diffusa illegalità non solo in ambito edilizio ma anche di una crescente evasione di tributi locali e non ultimo in ambito di sicurezza. La delibera appena approvata con la sua parzialità e la sostanziale vaghezza (ad esempio un abuso da demolire dovrà pagare un canone per l’illecita occupazione: ma per quanto tempo? E se per tanti motivi anche economici la demolizione non venisse attuata?) non alimenta ma certamente non intacca quella cultura di fondo col rischio che al di la delle roboanti enunciazioni si continui ad abusare (tanto poi nessuno paga lo scotto di nulla…). Per questo crediamo sia necessario al di la della delibera appena approvata una discussione seria ed approfondita sull’intera tematica che giunga in breve tempo ad una proposta più organica che vada oltre i semplici proclami ma che stronchi il problema alla radice.