Discarica – Aprilia e i suoi 4000 ettari da tutelare da progetto incompatibile. Gruppo A.M.A. dice la sua sul si della Regione

Quattromila ettari da tutelare che rischiano di essere sfregiati da un progetto incompatibile. Dopo il via libera regionale alla discarica, su forte spinta dell’area rifiuti, sono d’obbligo alcune riflessioni.

Il ritardo del MIC che ha fatto decadere le norme di salvaguardia, dopo aver fatto trascorrere inutilmente i 180 giorni necessari all’adozione definitiva del vincolo della campagna romana, dovrebbe tramutarsi in una nuova e repentina pubblicazione del vincolo stesso, prima dell’entrata in vigore del provvedimento autorizzativo.

Oggi infatti durante la conferenza di servizi la stessa soprintendenza ai beni culturali nonostante avesse espresso parere negativo, ha preso atto del via libera regionale, riservandosi però azioni future che, qualora il vincolo fosse riapprovato, significherebbero possibili ricorsi o l’applicazione delle condizioni prescrittive depositate nel parere odierno, ovvero anzitutto la necessità di individuare un sito alternativo per la riproposizione del progetto.

L’alternativa per il Comune di Aprilia, le associazioni e i cittadini, è quella del ricorso, che oltre alle motivazioni più volte espresse nelle osservazioni del Comune di Aprilia e che hanno consentito alla stessa Regione Lazio nel 2017 di bocciare un analogo progetto a poche decine di metri di distanza (chissà perché oggi no), può contare anche su:
1-permanenza della dichiarazione di notevole interesse pubblico e dunque il bene va tutelato anche se sono decadute le norme di salvaguardia (applicazione Art 150 Dlgs 42/04 e sentenza Consiglio di Stato n.13/2017 in a.p.).
2-Il progetto in palese contrasto col Regolamento Regionale rifiuti del 2020, in quanto trovasi a molto meno di 1km dai nuclei abitati, e meno di 500mt dalle case sparse
3-Presenza n.2 sorgenti sotterranee ufficiali (Carta idrologica Lazio), incompatibili col progetto.
4-Ipotetica sovrapposizione tra l’area da bonificare (vecchia discarica) con quella della nuova discarica.
Restano da chiarire le responsabilità più volte evidenziate anche nelle interrogazioni regionali e parlamentari, in merito alle alla mancata bonifica della vecchia discarica di Sant’Apollonia (su cui oggi magicamente se ne vuole far sorgere un’altra) e dei termini inspiegabilmente fatti trascorrere per l’adozione definitiva del vincolo della campagna romana. Anche un bambino con un occhio attento, che abbia letto le carte e possa definirsi imparziale, capirebbe che non si tratta di sindrome NIMBY. Ecco perché qui ci sono tutti gli elementi perché questa partita non si concluda con il parere favorevole della conferenza di servizi odierna. Noi non molleremo!

Forza Aprilia
Gruppo A.M.A

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