Aprilia: nuova proposta dei depuratori “dimenticati”.

La proposta dei depuratori modulari “dimenticati” dall’Amministrazione. A vuoto anche la nostra seconda richiesta di incontro 5 marzo 2020.

 

Le parole dei membri dell’Amministrazione Apriliana (F.to Livolsi M., Cappelloni G., Pichi G., Nespolino M., Merli M., Raffa G., Gabriele F., Picozzi S., Giubileo N.) per quanto riguarda la proposta di nuovi depuratori.

“I sottoscritti rappresentanti delle Associazioni Consortili Plamaroga, Nuovo Pantanelle, Leda, Tre Confini, Villaggio Verde, Casolare Alto, I Fiumi, Colle dei Pini Casello 45 e Colle Azzurro, manifestano malcontento e delusione perché, a distanza di un mese dalla nostra richiesta di incontro (protocollo n. 13016 del 4 febbraio u.s.), ancora da parte dell’Amministrazione non è pervenuto alcun cenno di risposta, sia essa positiva o negativa.
Il fatto è da ritenersi ancora più grave perché trattasi della seconda richiesta, dopo che la prima del 12 settembre 2019, andata malinconicamente a vuoto, sulla problematica della depurazione
delle acque reflue in area Campo di Carne non ha avuto alcun seguito e dove tra l’altro è stata ampliata di 5 chilometri la rete fognaria ad altri nuclei, ma a cui non fa capo nessun depuratore ormai da quarant’anni.”

“Tuttavia, da quaranta anni i reflui vengono sversati nei fossi, che raggiungono il mare, e la stessa sorte tocca a Campoleone e Campoverde, con collettori fognari funzionanti, ma nessun depuratore.
Si ricorderà la nostra proposta, bocciata dall’Amministrazione, salvo poi riproporla come propria attraverso un ingegnoso progetto a finanziamento europeo. Pur ritenendolo un riconoscimento, tardivo, della bontà delle nostre argomentazioni… stiamo freschi.
I consorzi sottoscrittori di questa missiva vogliono porre una sola domanda agli amministratori di Aprilia, maggioranza e opposizione, se a loro avviso c’è o no un problema igienico-sanitario ed ambientale nel territorio apriliano.
Altrimenti, riteniamo di dialogare tra sordi.
Inutile dire che si sta rispettando l’impegno comunitario che obbliga le regioni attraverso i propri piani di tutela delle acque (PTAR), dove si certifica che nel Lazio si è raggiunto il livello “Buono”, di qualità delle acque, quando basta andare in qualsiasi periferia e scoprire liquami nei propri fossi demaniali.
Se attraverso l’azione di volontariato dei Consorzi costituiti e dei comitati di quartiere, si è fatta strada l’idea del rispetto dei propri territori e quindi farsi promotori di un’azione di salvaguardia dell’ambiente, perché questo non avviene anche da parte dei nostri amministratori?”

 
“La proposta dei depuratori modulari, da installare in pochi giorni, darebbe una risposta immediata al problema dell’inquinamento delle nostre falde acquifere (così come la dava già la giunta comunale nel 2017, per il tramite dell’allora assessore ai Lavori Pubblici, nella relazione introduttiva al Piano Triennale); è inutile dire che c’è da progettare e finanziare e approvare, fare gare e costruire i classici depuratori.
Sì, questo deve essere fatto, pur conoscendo la burocrazia e i tempi biblici che ciò comporta, ma noi stiamo inquinando in maniera massiccia adesso; per questo chiediamo un intervento tempestivo, perché non abbiamo più questo tempo per la programmazione, e stiamo chiedendo un intervento su un territorio martorizzato dall’abusivismo edilizio.”

“Per questo motivo, la nostra richiesta per incontrare i rappresentanti dell’amministrazione era dettata dal desiderio di conoscere la disponibilità degli stessi a intraprendere provvedimenti per la soluzione dell’inquinamento ambientale, non solo di Campo di Carne, dove sembra ci sarà un intervento economico sul tema ambientale da parte di aziende private, ma su tutti i nuclei abusivi.
I cittadini stessi, attraverso i Consorzi di autorecupero, sono disponibili a concorrere economicamente. E non crediamo che ciò porti a far spendere soldi extra ai cittadini e per di più inutilmente, perché per due volte all’anno l’autospurgo per la rimozione dei liquami presenti nella fossa biologica, obbligati dal nuovo regolamento comunale, costa per singola famiglia dieci volte di più che gestire un depuratore modulare pro-quota.”

 
“Se non si intende incontrare i rappresentanti delle Associazioni Consortili perché, al loro interno, ci sono nomi non graditi o invisi all’attuale Amministrazione, basta dirlo con chiarezza (altrimenti non ci spieghiamo questo assordante silenzio); cancelleremo i nomi dall’elenco, perché il nostro spirito guida non è il protagonismo o la primogenitura dei progetti, ma prioritariamente il risanamento igienico-sanitario della nostra Città, che oggi si trova a rischio ambientale proprio per il troppo immobilismo di chi dovrebbe risolvere il problema delle acque nere nei nuclei abitativi spontanei.
Per questo è stato insopportabile assistere, nell’agosto scorso, all’inaugurazione di un
depuratore modulare da 2000 abitanti a Cerveteri, dove il Sindaco con fascia tricolore, Ato 2, Asl locale e Capitaneria di Porto, in due mesi aprivano la valvola d’ingresso dei reflui al depuratore,
assistendo alla beffa, tra l’altro, di veder messo in atto tutto ciò (con idea ed opera) da un ex dirigente dei Lavori Pubblici del Comune di Aprilia! Peraltro andato via dalla nostra città poco tempo prima…
Con questo spirito, ovvero una proposta di metodo sul tema ambientale, auspichiamo un interessamento dell’intero Consiglio Comunale, delle associazioni di riferimento, comitati di quartiere, Coordinamento dei Consorzi e Borgate.
Comunichiamo inoltre l’intenzione di voler intervenire nel merito, anche presso organi e enti sovracomunali.”

 

 

Chiara Ruocco

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