“Sono passati due anni dalla manifestazione in Piazza Roma che vide la presenza di quasi 500 persone infuriate per il disastro ambientale causato dall’incendio Loas; incendio che tenne diversi Comuni in apprensione per la nube tossica che imperversò per diversi giorni.
A latere della manifestazione il Sindaco incalzato dalla folla infuriata, dichiarò che la Loas era stata autorizzata a stoccare migliaia di tonnellate sul piazzale e nei capannoni, che la ditta acquistò un terreno non industriale ma artigianale e realizzato l’impianto, che i controlli sono deputati a vario livello e che, come amministrazione non si è dotati di personale qualificato a svolgere tali controlli.
Prese fondamentalmente due impegni:
– di rendere pubbliche le commissioni e la documentazione discussa
– Di portare avanti la campagna Roma
Eravamo fiduciosi che 400 persone in piazza l’amministrazione ad ingranare la marcia sui controlli negli impianti insalubri, stringere la vite in collaborazione con l’Arpa, o magari avviare una commissione congiunta partecipata con le associazioni da più parti richiesta.
Dei due impegni presi nulla è stato fatto, la puzza e gli sversamenti nei fossi continuano nonostante l’amministrazione sappia benissimo da dove arrivano, poiché gli ultimi verbali di sanzione irrogate parlano chiaro. Purtroppo queste aziende, e talvolta le stesse amministrazioni, che determinare il fermo temporaneo, fanno valutazioni di bilancio che hanno poco a che vedere con l’economia green di riciclo che sbandierano sui siti internet, poiché economicamente conviene più pagare una sanzione di 30.000€ che mettere a norma l’intero stabilimento. Un po’ come l’Ilva di Taranto, dove la scelta è lavorare e portare il piatto in tavola o vivere in un ambiente salubre.
È questo quello che i cittadini di Aprilia devono subire? Risuonano le parole del sindaco riferendosi alla Loas durante la manifestazione “Perché è un impianto che lavora per le vostre fabbriche dove lavorate voi”. L’associazione Tuteliamo ha addirittura messo a disposizione centraline per il monitoraggio, se pure con poca valenza legale, valevole ai fini di osservatorio.
Altro che l’osservatorio rifiuti, del quale qualcuno sente la mancanza, un osservatorio nel quale ad osservare i rifiuti erano gli amministratori delle società che li trattavano… Il controllato che osserva il controllore tanto per cambiare… Fino a quando si riusciranno a trovare 55 mila euro da dare al contante di san michele di turno, e non si riescono a fare richieste alla Regione per avere fondi al fine di avviare lo studio epidemiologico quartiere per quartiere, ad Aprilia l’incidenza tumorale è destinata a salire”.
Annalisa Pommella