La situazione dei servizi di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’adolescenza nel Lazio è grave ed inadeguata rispetto al numero delle richieste di accesso ai servizi.“Questo purtroppo è l’allarme lanciato dai medici neuropsichiatri della Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (Sinpia), presenti il 25 Giugno in audizione della Commissione Sanità in Regione.
Difatti sono apparse lampanti le molte carenze che ricadono ovviamente sui cittadini e parliamo dei servizi per la Tutela della Salute Mentale e la Riabilitazione in Età Evolutiva.
I TSMREE hanno un ruolo importante nell’individuazione precoce, nel trattamento e nella prevenzione di disturbi concernenti tutte le aree implicate nello sviluppo: motorio, cognitivo, psico-affettivo e relazionale.
Questi servizi costituiscono una risorsa preziosa ai fini dell’integrazione socio- sanitaria perché “ confinanti ” e capaci di interagire con quelli dedicati alla tutela della salute mentale in età adulta, all’assistenza domiciliare, con i pediatri di libera scelta e con i servizi sociali.
Ad Aprilia il dipartimento di Neuropsichiatria Infantile presso la A.S.L di Via Giustiniano non offre un servizio migliore, poiché carenza di personale e di spazi caratterizzano questo servizio fondamentale.
La situazione è gravissima e parliamo di un ramo della specialistica che, se svolto in maniera non adeguata, produrrà forti squilibri nella crescita mentale dei ragazzi che sono in queste particolari condizioni.” Dichiara il movimento 5 stelle di Aprilia.
“Entriamo nel dettaglio di come è strutturato il servizio presente nella A.S.L. di Aprilia:
Nr. 1 Neuropsichiatra Infantile per un totale di 20 ore settimanali; Nr. 1 Neuropsichiatra Infantile per un totale di 7 ore settimanali; Nr. 1 Logopedista per un totale di 12 ore settimanali;
Nr. 1 Fisioterapista per un totale di 18 ore settimanali;
Nr. 1 Psicologa per un totale di 30 ore settimanali.
Ci sono circa 30 nuovi casi ogni mese che necessitano di prima visita per un totale di 300 l’anno: di questi, dopo la diagnosi effettuata a Priverno (soprattutto per gli autistici) a Latina o addirittura in diversi ospedali di Roma, dopo una lista di attesa di 2/3 mesi se non di più, ne vengono presi in carico circa 150 e comunque in base alla gravità.
A questo va aggiunto che:
vengono seguiti 400 bambini che hanno un insegnante di sostegno con Legge 104; vengono emessi i CIS (Certificati di Integrazione Scolastica);
vengono organizzati i GLHO e i GLHI che sono incontri famiglia-scuola-psichiatra per seguire e valutare il percorso del bambino;
vengono emessi anche i CIF (Cerificati di Indennità di Frequenza) che sono soggetti anche a rinnovo, per poter usufruire di circa 300euro, questi per i bambini che presentano patologie più gravi.”
Una situazione inaccettabile.“Inoltre è anche responsabilità di questa struttura – proseguono i membri dell’associazione– produrre i Certificati per i DSA (Disturbi Specifici dell’Apprendimento).
E’ chiaro che con questo organico, in considerazione delle attività descritte, si riesca a lavorare solo sulle urgenze con liste di attesa, che inevitabilmente diventano sempre più lunghe. Già questi semplici dati evidenziano una situazione inaccettabile: un incremento di domanda senza precedenti a cui non corrisponde una risposta in termini di servizio. Con i lavori di conversione della ASL in Casa della Salute (conversione o semplice adeguamento a norma degli impianti?) il servizio è stato ulteriormente ridimensionato soprattutto in termini si spazi.
Dopo una serie di promesse e progetti non andati a buon fine, si sperava nella costruzione di una terza ala adiacente la A.S.L: progetto finalizzato e quantificato dalla Direzione Aziendale in 2.6 milioni di euro presentato e fermo in Regione.
Si ribadisce che solo la costruzione di questi locali consentirebbe, con opportune assunzioni di personale, di ridare dignità ad un servizio, quale quello di Neuropsichiatria infantile, che richiede un adeguamento degli attuali spazi ristretti per prendere in carico i piccoli pazienti.
Ma se il progetto della Casa Della Salute avrebbe portato ad un taglio ulteriore di spazi, perché non includere al progetto stesso anche quello della Terza ala?
O dare priorità ad un ampliamento degli spazi proprio in virtù della fatidica Casa della Salute?
Forse gli Enti interessati non erano e non sono a conoscenza dei gravosi disagi di cui soffre ormai da anni questo importante servizio?
Non sarebbe più opportuno sollecitare, nelle sedi opportune, la Dirigenza della A.S.L. dI Latina e la Regione Lazio?
Le famiglie dei minori con disabilità e soggetti fragili con difficoltà socio-emotive hanno bisogno di vedersi riconoscere i diritti fondamentali per affrontare la vita quotidiana : “prevenzione, diagnosi precoce, cure, riabilitazione”.
E’ possibile che anche nella agenda dell’amministrazione locale non sia prevista una verifica dell’offerta sanitaria pubblica?
L’ampliamento del Poliambulatorio è di vitale importanza!
Se un bambino con disabilità e fragilità importanti non viene seguito sarà un adulto problematico, psichiatrico…
Noi non molliamo, continuiamo a seguire questa vicenda ancor più nei dettagli, intervenendo dove ci sarà possibile…”
Chiara Ruocco
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