E’ una vera e propria crisi quella che sta attraversando l’ufficio esenzioni della ASL di Aprilia. Il Tribunale dei Diritti del Malato ha deciso, quindi, di alzare la voce e denunciare una situazione non più sostenibile, a causa dei pochi impiagati presenti e dell’assenza di aiuto da parte delle istituzioni, nonostante le ripetute richieste di nuove risorse:
“A ormai tre anni da quando la terza impiegata è andata in pensione, i soli due addetti ai lavori, con il solo senso del dovere e sacrificio, rinunciando a volte alle ferie per non lasciare il collega solo, non riescono più a gestire la situazione che si è venuta a creare. Nonostante le ripetute richieste di aiuto nessuna risorsa aggiuntiva è stata assegnata”.
In una città come Aprilia di circa 70.000 abitanti tra cui anziani e persone non autosufficienti, è impossibile pensare che solo due persone riescano a garantire un servizio adeguato e soddisfacente: parliamo di 7000 pratiche per esenzione da reddito e 3000 per patologia, 1000 cambi di medico, altre 3000 pratiche generali, tra cui l’attivazione della tessere sanitarie, senza considerare che ogni volta che un medico va in pensione alla ASL si riversano almeno 1500 pazienti.
Già con la terza persona addetta ai lavori, a fatica si riusciva a garantire il servizio, ma da tre anni a questa parte e specie negli ultimi due mesi la situazione è peggiorata notevolmente. Si è dovuto, quindi, riorganizzare le attività e ridimensionare il numero delle pratiche: alcuni servizio sono effettuati solo in alcuni giorni e solo di mattina, in modo da smaltire le pratiche nel pomeriggio, in base al giorno vengono erogati 40 accessi per esenzioni e 50 per scelta del medico, che con le deleghe arrivano a 150 accessi.
La richiesta del TDM è forte: non è più il tempo delle parole ma dei fatti, serve un atto pratico da parte dell istituzioni, finora completamente assenti:
“C’è urgente bisogno di una risorsa aggiuntiva. Non si può contare esclusivamente sulla dedizione dei due impiegati addetti, ai quali è vietato ammalarsi per evitare il rischio di chiusura del servizio. Poco si è parlato degli uffici di supporto, tecnici, acquisti e amministrativi: è ora di pensare a questi settori, per evitare dannose interruzioni di attività, di cui pagano le conseguenze dolo i cittadini”.
F.Z.