Anche il Si.P.Pe. dice NO alla discarica

Il sindacato della polizia penitenziaria ritiene dannoso il progetto sotto parecchi punti di vista

Il Segretario Locale del sindacato polizia penitenziaria Si.P.Pe., Carmine Olanda, lancia l’allarme in merito all’impianto che dovrebbe sorgere vicino al Carcere di Lazzaria, in cui confluiranno ogni giorno centinaia di tonnellate di rifiuti di Roma e del resto del Lazio: un’area di stoccaggio per due milioni di metri cubi di rifiuti in zona Cinque Archi. Circa 600 detenuti e tutto il personale operante nel carcere, saranno giornalmente invasi da odori tutt’altro che gradevoli.

In pericolo anche il recente progetto dell’azienda agricola, nato per il reinserimento dei detenuti attraverso il lavoro, con il quale si producono prodotti naturali, utilizzando il terreno del carcere con vigne, alberi di ulivi, limoni, arancio e pesco.

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Secondo Carmine Olanda, la salute di tutti coloro che a qualsiasi titolo entrano nel carcere di Velletri, rischia di essere pregiudicata in quanto le discariche sono state identificate come una delle presumibili fonti di emissione di metano nell’atmosfera, con una quota di circa l’11 per cento del totale del metano prodotto da fonti antropiche.

Il Si.P.Pe. dice no alla discarica, perché provocherebbe gravi forme di inquinamento sia delle falde acquifere sottostanti e adiacenti (percolati), sia dell’aria (esalazione di gas tossici che potrebbero diffondersi per diversi chilometri).

Interviene anche il Segretario Generale del Si.P.Pe. Alessandro De Pasquale che intende fare qualcosa tramite un’associazione a supporto per la difesa dell’ambiente e starebbe valutando una manifestazione a tutela proprio della stessa e della salute dei lavoratori e dei detenuti del carcere.

Melania Orazi

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