Aprilia: arrestate 6 persone da parte dei carabinieri a conclusione dell’operazione “OASI”

A conclusione dell’indagine comunemente chiamata “OASI”, il Reparto Territoriale di Aprilia ha arrestato 6 persone ritenute responsabili di reato di rapina di abitazione e altri.

I militari del NORM del Reparto Territoriale di Aprilia hanno effettuato 6 arresti tra le città di Vetralla, Montefiascone, Acilia e Fiumicino, dando seguito ad un’ordinanza del GIP del Tribunale di Latina, dott. Giuseppe Molfese. I 6 sono ritenuti responsabili di reato di rapina in abitazione, sequestro di persona aggravato, danneggiamento e incendio.

Il provvedimento cautelare scaturisce a conclusione delle risultanze acquisite dalla citata Sezione Operativa, nell’ambito dell’indagine convenzionalmente chiamata “OASI”, che ha avuto inizio a seguito dell’efferata rapina con conseguente sequestro di persona commessa, l’11 luglio 2020, ad Aprilia (LT), in pregiudizio di una coppia di coniugi titolari di attività imprenditoriali immobiliari in provincia di Latina e Roma.

Le indagini

In occasione dell’evento una coppia di coniugi, è stata sorpresa presso la propria abitazione, da cinque individui travisati, che, dopo aver legato con alcune  fascette i coniugi ed un custode, hanno asportato denaro, preziosi ed una pistola Glock legalmente detenuta dal proprietario di casa.

La dinamica della rapina si sviluppava in due fasi: mentre due dei cinque rapinatori si trattenevano presso la tenuta a sorvegliare le vittime, altri tre, con l’autovettura rapinata alla coppia, si sono recati presso l’abitazione romana delle vittime. Qui hanno asportato dall’interno di una cassaforte gioielli del valore complessivo di circa 20.000 euro, un orologio del valore di circa 1.500 euro e denaro contante ammontante a circa 6.000 euro. Successivamente l’autovettura è stata incendiata.

Il dispositivo di video sorveglianza installato all’interno dell’abitazione, con registrazione video e audio, ha permesso di accertare come i rapinatori rimasti presso la villa e quelli  andati a Roma avessero avuto contatti telefonici proprio durante le fasi della rapina.

Sulla base di questo primo elemento investigativo, è stata avviata una minuziosa indagine, grazie alla quale  sono state estrapolate alcune utenze verosimilmente utilizzate dai rapinatori. Inoltre sono emersi i contatti  fra dette utenze ed il guardiano, grazie alle quali  sono stati accertati stretti contatti con un residente nella zona di Acilia.

La ricostruzione delle dinamiche di relazione tra le utenze emerse, ha consentito di comprendere come il custode, che è stato accertato frequentare i soggetti controllati, avrebbe svolto il ruolo di basista, mentre la rapina sarebbe stata materialmente perpetrata da una batteria di rapinatori con l’ausilio di un altro soggetto residente nella zona di Acilia.

La collaborazione con i militari del Nucleo Investigativo di Viterbo e la visione dei sistemi di video sorveglianza del luogo in cui era stata consumata la rapina, hanno consentito di identificare inizialmente un soggetto già noto alle forze di polizia operanti in quella provincia e successivamente i rimanenti  complici legati fra loro da  vincoli di parentela.

Grazie a questi riscontri investigativi è iniziata una attività tecnica che si avvaleva anche della collaborazione del Raggruppamento CC Investigazioni Scientifiche di Roma, Sezione di  Fonica, Audiovideo e Informatica, al fine di  comparare le voci  acquisite dai sistemi di video registrazione  con quelle reali,  le cui immagini venivano nitidamente  esaltate  al fine di ottenere  una  comparazione  univoca con gli indagati.

Annalisa Pommella

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