Cartello turistico per la Chiesa di Campoverde

Una conquista per il Comitato di Quartiere Campoverde

È stato montato in queste ore, di fronte alla chiesa di Campoverde, un apposito cartello turistico con indicazioni di carattere storico. Il borgo di San Pietro in Formis, a Campoverde, infatti, fino ad ora non è stato tutelato dallo Stato. A dispetto del comprovato valore, il borgo non è sottoposto ad alcun vincolo storico-archeologico, a minaccia della sua integrità.

Nei pressi del chilometro 53,00 della strada Pontina si erge questo borgo di grande rilevanza storica e archeologica. Il sito è stato teatro di episodi storici importanti, come la Battaglia di Campo Morto nel 1482, che ha visto protagonista il duca di Calabria contro le truppe pontificie. Inoltre, fu insediamento antichissimo a partire circa dal 2000 a.C., sede di una villa romana con una fra le più rare attestazioni del primo cristianesimo in area pontina.

L’intero comprensorio, oltre al valore storico-archeologico ha rilevanza idrica, in quanto ospita condutture e raccolte d’acqua nell’intera area e sotto gli edifici; queste spiega l’origine del nome «in formis».

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L’odierno borgo di Campoverde in origine nacque con il toponimo Castrum Sancti Petri In Formis, coerentemente con il nome della moderna chiesa, San Pietro in Formis. Il borgo si sviluppava attorno alla grancia, la chiesa dedicata al santo, Principe degli Apostoli, che era ubicata nei pressi di un’antica edicola intitolata a San Cesario, il primo santo venerato nel territorio pontino nel corso dell’antichità. L’edicola di San Cesario venne citata in una bolla del papa Gregorio IX (11271241) emessa il 2 luglio 1233, attraverso la quale egli confermava i beni del monastero di San Nilo di Grottaferrata, e citava i castelli di San Pietro In Formis e di Conca (Castrum Concarum). A riprova di queste notizie, difatti, esiste questa località nel registro del Catasto alessandrino del 1661.

Abbiamo chiesto al Presidente del Comitato di quartiere Franco Vona di raccontarci qualcosa in merito all’installazione del cartello turistico: “Stiamo montando in questo momento il cartello davanti alla chiesa storica. Non abbiamo avuto la possibilità fino ad ora di dare risalto a questo sito archeologico, mai riconosciuto a livello nazionale, regionale, quindi ci siamo impegnati con il parroco per avere almeno questo cartello fuori. Abbiamo portato avanti una causa doverosa verso la borgata.

Noi abbiamo infatti notato che tanta gente non sapeva  che a Campoverde esisteva questo piccolo borgo interno, anche se è un po’ deturpato, anche a causa della negligenza dell’amministrazione e a seguito del non riconoscimento come sito archeologico. Lì ci sono le ex Carceri Papaline, c’è una storia dietro, sotto la chiesa troviamo anche le grotte. Se andiamo a vedere i libri che ha scritto Tofani, per citare qualche nome, o parliamo con la dott.sa Sonia Modica riconoscono tutti l’importanza del sito. Un quadro dietro l’altare, inoltre, raffigura la Torre del Padiglione, ancora reperti storici che nessuno conosce. Noi nel nostro piccolo volevamo che fosse individuata la chiesa.  La battaglia va avanti da circa 7 mesi, poi abbiamo trovato un alleato nell’amministrazione attuale, il consigliere Martelli, che ci ha aiutato a studiare l’iter. È un cartello che costa circa 100 euro, era pronto da un mese, però la burocrazia impone tempi diversi, c’era una prassi da seguire. L’importante è ottenere i risultati”-conclude Franco Vona.

Melania Limongelli

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