Clamorosa la presa di posizione della Guardia di Finanza che, attraverso 400 militari, ha presentato un ricorso alla Corte Europea di Strasburgo contro lo Stato Italiano.
Questa battaglia ha avuto origine dai fatti accaduti nel Luglio del 2011 in Val di Susa, dove rimasero seriamente feriti alcuni Finanzieri che avevano mansioni di ordine pubblico.
Accadde poi che nel Maggio del 2013 il Tribunale del capoluogo piemontese decise che il Cobar della Guardia di Finanza, ovvero l’organismo che rappresenta per legge gli interessi delle Fiamme Gialle, non avrebbe potuto costituirsi parte civile nel processo contro alcuni manifestanti che, nel frattempo, erano stati fermati per violenze di vario genere. Le istanze della Guardia di Finanza non vennero accolte dai giudici, secondo i quali agli stessi Finanzieri “non sarebbe stato possibile attribuire la natura di associazioni sindacali“, in quanto la legge italiana diede loro il compito di essere “una rappresentanza del personale che resta rigorosamente circoscritta all’interno dell’istituzione“.
Ed ancora, secondo il tribunale di Torino, il legislatore per “scelta politica“, ha inteso “limitare la libertà sindacale dei militari“, impedendo loro di dar vita a formazioni aventi soggettività distinta.
Il fatto ha generato numerose polemiche da parte della Guardia di Finanza che, in difesa dei suoi militari rimasti feriti, si è sentita a tutti gli effetti qualificata come una forza in divisa di serie B, senza nulla togliere agli altri corpi delle Forze dell’Ordine.
E’ superfluo specificare che l’esito ha gettato nello sconforto e nell’amarezza le Fiamme Gialle che, attraverso 400 lavoratori tra cui tutti i delegati del Consiglio Centrale di Rappresentanza, hanno deciso di proporre ricorso alla Corte Europea di Strasburgo. Il tutto per violazione al diritto di associazione ed al diritto di difendere giudiziariamente le proprie ragioni.
“Ci rendiamo conto – sostengono i ricorrenti – che il ricorso alla Corte di Strasburgo sia un passo clamoroso ma è l’inevitabile conseguenza dell’apatia di Governo e Parlamento che sembrano sordi alle nostre richieste di riforma e stanno anzi di nuovo cercando di riproporre un modello di rappresentanza nato per le forze armate e in un contesto storico-sociale completamente diverso”.
Con il patrocinio dell’Avvocato Andrea Saccucci (Professore di Diritto Internazionale nella Seconda Università di Napoli), i Finanzieri avrebbero quindi denunciato la violazione del diritto alla libertà di associazione sindacale perché il divieto assoluto, imposto
dalla legislazione attualmente vigente, di costituire (o aderire ad) associazioni professionali a carattere sindacale costituisce una restrizione all’esercizio di tale diritto da parte di tutti gli appartenenti al corpo della Guardia di Finanza, la quale non risponde ad alcuna finalità di interesse generale e non tiene in alcun modo conto delle peculiari funzioni di polizia svolte dalle Fiamme Gialle nell’ordinamento italiano.
La disparità di trattamento rispetto ad altri funzionari dello Stato a cui viene riconosciuta ampia libertà sindacale è quindi palese. I ricorrenti hanno, infine, invocato la violazione del diritto di accesso ad un giudice in relazione all’impossibilità per i rappresentanti piemontesi della Guardia di Finanza di costituirsi parte civile nel procedimento dinanzi al Tribunale di Torino a tutela degli interessi dei colleghi feriti in occasione degli scontri in Val di Susa.
L’iniziativa senza precedenti storici è stata resa pubblica attraverso un annuncio a pagamento pubblicato su di un quotidiano nazionale, con la ben precisa volontà di sensibilizzare sia l’opinione pubblica che la classe politica su quella che è la effettiva e reale mancanza di tutela per le Fiamme Gialle.
Attualmente è infatti in corso, presso la Camera dei Deputati, un esame sulla modifica alle normative in materia di rappresentanza dei militari; sembrerebbe inoltre che la maggioranza parlamentare sia orientata ad approvare delle norme che non tengono in considerazione la richiesta di associazionismo professionale che i Finanzieri avanzano da anni.
Le Fiamme Gialle si augurano che i lavori parlamentari siano indirizzati nel senso più opportuno.
Melania Orazi