“E’ inutile piangere i morti se non si pensa ai vivi”. Forte la frase con cui il Comitato di quartiere Campoverde, Sacida, Casolare Alto, No Miasmi e Difesa del Territorio dall’Inquinamento Ambientale” – Nettuno, intitolano la lettera spedita da poco al Direttore, attraverso la quale vengono manifestate tutte quelle problematiche di cui i residenti chiedono soluzioni da tempo.
A scriverle sono i cittadini dell’area sud del comune di Aprilia esasperati dalla situazione che stanno vivendo quotidianamente a causa delle scelte scellerate effettuate dalla classe politica regionale, provinciale e soprattutto comunale che hanno permesso l’insediamento di aziende ad alto rischio ambientale a ridosso di nuclei abitativi sorti già negli anni ‘70.
Adesso che la notizia della tragedia della Kyklos non appare più sui giornali, noi dei Comitati di Quartiere Campoverde, Sacida, Casolare Alto, No Miasmi e Difesa del Territorio dall’Inquinamento Ambientale” – Nettuno, rivolgiamo a chi di competenza una domanda: dobbiamo aspettare la prossima tragedia con le mani in mano?
Rispetto ad un minuto prima della morte dei due operai cosa è cambiato? In tutta onestà nulla anzi forse la situazione ambientale è anche peggiorata.
I Comitati hanno chiesto al Sindaco di Aprilia Terra, in data 21 luglio 2014, un tavolo per discutere, le problematiche di inquinamento ambientale (odori molesti e rumorosità) che stanno mettendo in serio pericolo la salute dei cittadini, con i rappresentanti delle aziende, che operano sul territorio nell’ambito del trattamento dei rifiuti e del compostaggio, ma soprattutto con i responsabili del comune, dell’ARPA e della ASL i quali dovrebbero garantire, con controlli mirati, il rispetto delle prescrizioni a carico delle Aziende suddette ed accertare i valori di qualità dell’aria nella zona in oggetto.
Prima della tragedia, quindi, consapevoli dei potenziali pericoli incombenti sulla popolazione, i Comitati si sono mossi, nel pieno rispetto della legalità perché hanno interesse a salvaguardare la salute dei cittadini prima di tutto.
Tutti possono dire altrettanto?
Come apparso, settimane prima del 26 luglio, sui principali quotidiani su carta stampata ed on line locali, i Comitati in parola hanno richiesto al Sindaco, in qualità di pubblico ufficiale garante della salute pubblica, di rivolgersi alla Procura della Repubblica di Latina ai sensi dell’art. 674 c.p. ( tutela dalle emissioni, anche odorigene, prodotte dalle aziende operanti nel territorio comunale) al fine di stabilire se dette emissioni superano o meno la “stretta tollerabilità” e non impediscano “l’esercizio delle normali attività quotidiane di lavoro e di relazione”.
Al momento, a detta del Sindaco, i legali del comune stanno valutando tale richiesta; sono passati mesi: quanto tempo e quanti “disagi” i cittadini dovranno aspettare e sopportare?
In merito poi ai miasmi, che ci affliggono da tempo, troppo tempo, il Sindaco ha riferito che secondo i “tecnici” non sono le aziende che quotidianamente ricevono e lavorano tonnellate di rifiuti od altro responsabili della puzza, ma i camion “vecchi e maleodoranti” che trasportano i materiali. Premesso che la puzza persiste anche in orari di non conferimento dei rifiuti, al Sindaco è stato suggerito di avvalersi dell’art. 50, quinto comma del Testo Unico Enti Locali, per impedire il transito dei mezzi vecchi e maleodoranti. Anche in questo caso nessuna risposta!
Come lei sa, gentile Direttore, la legge individua nel Sindaco il primo responsabile e garante della salute dei cittadini ed in questa sua veste dovrebbe essere dalla loro parte per cautelarli. Invece in questa città accade esattamente il contrario. Così si trasforma il territorio di Aprilia in una pattumiera maleodorante nella quale tutta la Regione Lazio versa i propri rifiuti.
Melania Orazi