“Posso pesare sulle spalle dei miei figli quando sono ancora in grado di mantenermi?“, è questa la domanda che si pone la signora Rita, anni 59. Una domanda specchio di tutte quelle donne e uomini di una certa età che si ritrovano a vivere in una Italia che sembra non avere più nulla da offrire, nemmeno la prospettiva di una vecchiaia serena.
“Vivo ad Aprilia dal 2004– racconta la signora Rita- perchè la città di Roma mi ha dato una casa qui. Prima di questa data lavorava a Roma, ero una “cuoca di mensa” presso i Vigili del Fuoco. Sono diventata una cittadina Apriliana a 49 anni, dopo aver perso il lavoro e aver avuto uno sfratto esecutivo. Ho chiesto aiuto al Comune di Aprilia per un lavoro socialmente utile ma all’epoca risultavo troppo giovane. Dovevo avere almeno 55 anni. Mi sono arrangiata e ho vissuto come posso, con qualche lavoretto di pulizie. A 55 anni sono rientrata nel bando e ho lavorato presso la Biblioteca Comunale di Aprilia: un’ora di pulizie e due ore di sorveglianza per 300 Euro al mese, una somma che mi permetteva di vivere una vita dignitosa“.
Nel 2014 però, per la signora Rita cambia tutto. Nel 2013 riceve infatti la somma di 6mila euro per la disoccupazione e non rientra più nel bando del Comune. “Per il nuovo bando non dovevo superare un totale di 5 mila euro e non rientravo più perchè avevo preso i soldi della disoccupazione. Non mi hanno accettato nemmeno il bando socialmente utile e nemmeno il contributo straordinario. Al momento cerco di pagare le bollette vendendo i miei vestiti e tutto quello che ho in casa, almeno quella della luce perchè non ho più il gas e di inverno per andare a dormire mi vesto perchè fa molto freddo in casa. Purtroppo non potrei fare nemmeno quello perchè non ho la licenza. Mi si può castigare perchè nl 2013 mi hanno dato i soldi di un mio vecchio lavoro? I Servizi Sociali qui non funzionano perchè non si rendono conto che sono una vera povera“.
“Questa società– conclude la signora- ci ha reso impotenti: non abbiamo nemmeno la forza di ribellarci alle ingiustizie. Non possiamo dimenticare i giovani di oggi come stanno male e come non sono in grado di avere una prospettiva del futuro“.