La Rida torna all’attacco: “Burocrazia celerissima per altri”

Il patron Fabio Altissimi polemizza contro la burocrazia e la politica che stanno, secondo lui, danneggiando anche i cittadini

La guerra di comunicati tra Rida Ambiente e la politica/burocrazia continua.
Il patron Fabio Altissimi mette in luce alcuni aspetti che, secondo lui, danno adito a molti dubbi sull’operato delle istituzioni regionali.
Va ricordato, infatti, che dallo scorso 15 giugno il conferimento dell’organico nel sito apriliano della Rida è stato interdetto:
“Stiamo ricevendo ogni giorno fax ed e-mail – scrive Altissimi su Facebook – provenienti dai Comuni laziali che conferivano nel nostro impianto.
I quali ci chiedono di poter tornare a conferire i rifiuti organici da Rida Ambiente.
I sindaci sono preoccupati per l’innalzamento dei costi a cui devono oggi far fronte.
Purtroppo siamo costretti ad aspettare.
In realtà quel codice è autorizzato nel nostro impianto dal 2001.
Questa possibilità c’è stata tolta d’imperio da qualcuno che, forse, ha letto le carte in modo parziale.
E non è chiaro per quale tipo di ritorno.
Non ci rimane che affidarci alla magistratura, che speriamo faccia celermente il suo corso.
Questa situazione sta creando dei problemi a livello gestionale e anche dei costi, ma questo sembra importare poco al governatore Nicola Zingaretti.
Con i cittadini che, tuttavia, potrebbero leggere aumenti del 15% nella prossima bolletta Tari.
La Regione, anzi, sembra che miri all’aumento dei costi di conferimento.
Dopo l’emergenza – spiega ancora Altissimi – conseguenza della chiusura del nostro impianto, il 14 giugno scorso fu la stessa Regione a invitare i comuni a conferire a Viterbo.
Per un costo di 170 euro per tonnellata, a cui vanno aggiunti i costi di conguaglio e quelli eventuali di trasporto.
Una gestione quantomeno diseconomica che, se io fossi un politico, non mi farebbe guardare con serenità alle prossime elezioni.
E alla scelta che potrebbero esercitare i cittadini”.

I dubbi sulla convenienza della scelta

A non convincere Rida è anche la gestione della situazione conseguente allo stop imposto all’azienda apriliana al conferimento dei rifiuti organici:
Siamo certi – è la domanda del patron Rida – che i rifiuti che vengono conferiti nel territorio, al netto di quelli spediti fuori regione, siano stati inviati verso impianti idonei al trattamento?
Ho letto come un impianto della provincia di Latina sia stato autorizzato a un aumento del conferimento pari a 50 tonnellate al giorno.
Fermi restando l’attuale quantitativo annuale di rifiuti ricevuti.
Ebbene questo impianto è stato autorizzato il 26 giugno, con la richiesta protocollata il 20 del mese.
In mezzo ci sono un sabato e una domenica.
Questo vuol dire che la pratica è stata conclusa in poco meno di 72 ore.
Ci chiediamo se siano stati chiesti e soprattutto ricevuti i pareri dell’Arpa, della Asl, del Comune interessato.
Come mai tanta celerità subito dopo la diffida che ci ha riguardato?
Soprattutto, siamo sicuri che così sia tutto più legale e sicuro?
Perché di certo è più costoso, visto che i cittadini stanno spendendo circa 50 euro in più per tonnellata di rifiuto conferito.
Leggo poi sui giornali – prosegue Altissimi – che molti comitati si stanno lamentando.
Eppure non mi pare che questi comitati siano stati coinvolti nella scelta.
La stessa Regione Lazio, per mano della dirigente Tosini, quando si è trattato della discarica a La Gogna di Paguro, ha invece invitato alla conferenza di servizi comitati costituitisi anche a 20 km di distanza dal luogo dove sarebbe dovuta sorgere la discarica.
Ed ha portato la pratica sino alla commissione Ambiente.

I sospetti sulle autorizzazioni

Un’ultima frecciata il patron della Rida la riserva al tema della concessione delle autorizzazioni.

Che per alcuni, come afferma Altissimi, sono state particolarmente veloci:

“Il dubbio che poi mi viene è che forse, noi come azienda, non siamo in grado, dopo 36 anni, di presentare istanze di parte alla Regione Lazio.
Visto che per una valutazione di impatto ci sono voluti 350 giorni.
E per l’Aia 450.
Altri, invece, sono riusciti a vedersi autorizzate modifiche non sostanziali in 72 ore.
Ci piacerebbe sapere – è la chiusura della nota – chi sono i loro consulenti.
Perché noi di così bravi nel panorama nazionale non ne abbiamo trovati.
Ma faremo un’indagine perché, indubbiamente, per chi davvero fa impresa in questo settore, il tempo è tutto”.
di Massimo Pacetti

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