Persistono gli odori molesti, che sembrano essere aumentati in questi giorni, dopo la chiusura dello stabilimento.
La produzione della Kyklos da circa 10 giorni è ferma. La situazione monitorata da parte dei residenti in questo periodo di stanca forzata dell’azienda, che abitano vicino alla struttura di compostaggio, attribuirebbero allo stato delle cose una risposta più che negativa: gli odori nauseabondi diffusi dalla Kyklos sembrano essere aumentati,provocando nei residenti malori e malesseri di vario genere, tra cui congiuntiviti recidivanti, raucedine e quant’altro. Inaccettabile per i cittadini convivere con questa incresciosa quanto incomprensibile situazione, che vertiginosamente sembra peggiorare di giorno in giorno. Prima e dopo la tragedia del 28 luglio, i nostri politici si sono impegnati per trovare delle risposte e per diffondere chiarezza visto il malcontento sprigionato dai residenti, che da tempo denunciano i loro malesseri. Sarebbero stati organizzati dei tavoli di lavoro con l’azienda Kyklos, con l’Enea e con l’Arpa, per ottemperare alla richiesta di aiuto proveniente dai cittadini, stanchi e snervati per questa insostenibile condizione di vita che, in un certo qual modo, sono costretti a conviverci.
L’impegno da parte della Kyklos c’è stato, mancherebbero ancora tutt’oggi delle risposte certe da parte dell’Arpa, sollecitata più volte a partecipare alle riunioni organizzate dall’Amministrazione con i vari comitati e a fornire dati, in virtù della richiesta di elaborare un piano di rilevazione dei rumori e degli odori. Cercheremo di predisporre una cronologia degli eventi con data di inizio 18 febbraio, giorno in cui sarebbe stata organizzata una riunione in presenza dei responsabili dell’azienda Kyklos e del Comitato “No Miasmi”, per visionare e discutere del piano di monitoraggio degli odori e della collocazione dei “nasi elettronici”. “Durante la riunione del 18 Febbraio – ci racconta l’assessore all’Ambiente Alessandra Lombardi – abbiamo richiesto alla Kyklos l’impegno di elaborare un piano di monitoraggio degli odori, informando anche i partecipanti sulla perseverante presenta di miasmi provenienti dallo stesso, causando dei forti disagi alla popolazione circostante. Nella successiva riunione del 15 Aprile, gli esponenti della Kyklos avevano proposto quali potevano essere i punti migliori per rilevare gli odori e ne avevano indicati 6, le cui misurazioni entravano a far parte dell’agenda di monitoraggio portata avanti dall’azienda stessa. In quella sede avevamo chiesto anche la partecipazione degli organi dell’Arpa per richiedere un piano rilevamento dei rumori e degli odori. Da quell’incontro sono passati quasi 4 mesi e la risposta della stessa ancora ci deve pervenire: dopo due solleciti l’Arpa tutt’oggi ancora deve fornirci dei dati e la sua disponibilità o meno allo studio. Per adesso l’idea rimangono i nasi elettronici; secondo poi ho spedito in questi giorni l’invito a partecipare al tavolo di concertazione che si terrà il 1° Settembre. Nella riunione del 15 aprile è stato comunque presentato il piano di monitoraggio degli odori elaborato dalla Kyklos con l’Enea, dal quale risultano delle perplessità residue relative alla tecnologia usata, cioè i nasi elettronici, bollati come strumentazione superata dai sacchi sottovuoto che raccolgono una quantità d’aria notevole da poter poi essere analizzata con una precisione maggiore. Lo studio per capire il motivo della diffusione dei cattivi odori non si fa una volta ma dura un anno: la prima campagna di monitoraggio è stata effettuata a maggio e secondo un certo intervallo di tempo verrà eseguito di nuovo, coprendo un intero anno. Lo scopo è quello di controllare quanto incidano i venti, la temperatura e altri fattori, raccogliendo così dei campioni da analizzare. Non approvo il fatto di fare il monitoraggio in questo periodo, quando lo stabilimento è chiuso, non avrebbe senso”.
Melania Orazi