Il Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza ha sequestrato 2 milioni di euro ad un uomo libico accusato di intestazione fittizia di beni ed autoriciclaggio.
Il tutto per coprire attività illecite collegate a Moutassim Gheddafi, il figlio dell’ex Raìs ucciso insieme al padre nel 2011.
Per eludere il congelamento dei suoi beni, Gheddafi Junior aveva nel 2010 comprato un immobile a Roma attraverso un prestanome, sborsando 5,5 milioni di euro.
Quando le indagini patrimoniali sui beni della famiglia dell’ex dittatore sono ripartite (2016), il socio occulto ha rivenduto lo stabile, ricavando poco più di 2,5 milioni.
Una notevole riduzione dei profitti, ma che ha garantito all’uomo immediata disponibilità liquida da poter reinvestire.
“In questa ottica – spiegano le Fiamme Gialle – il corrispettivo della caparra, pari a circa mezzo milione di euro, è stato in parte “auto-riciclato” dalla stessa testa di legno attraverso trasferimenti di denaro all’estero.
Si parla di 170 mila euro negli Emirati Arabi e 150 mila euro a Malta.
Al contrario, la provvista di oltre 2 milioni di euro confluita sul suo conto corrente è stata, subito dopo la “firma” dell’atto di compravendita, bloccata tempestivamente dalle Fiamme Gialle mediante un sequestro d’iniziativa successivamente convalidato dal GIP del Tribunale di Roma.
Evitando così successivi trasferimenti delle somme fuori dai confini nazionali”.
di Massimo Pacetti