Sgominata truffa su false riparazioni ai mezzi COTRAL

Dopo due anni di indagini, la GdF ha scoperto perché i mezzi COTRAL subivano tanti guasti.

Ci sono voluti due anni di indagini, ma alla fine si è capito perché gli autobus della COTRAL erano soggetti a così tanti guasti.

In sostanza, le officine che dovevano riparare i mezzi di trasporto non eseguivano alcun lavoro.

Semplicemente ripulivano il pezzo vecchio per farlo sembrare nuovo e lo rimettevano al proprio posto.

Nella mattina di ieri i Finanzieri del Comando Provinciale di Roma hanno arrestato il titolare di una delle officine a cui era appaltato il servizio di riparazione.

L’operazione è partita nel 2014, quando la COTRAL decise di sporgere denuncia per i reiterati inconvenienti subiti dalle proprie vetture.

A seguito degli accertamenti delle Fiamme Gialle, è venuto fuori tutto il meccanismo truffaldino.

Tutte le officine che ricevevano l’appalto per le riparazioni hanno sempre effettuato interventi al ribasso.

Non installavano mai pezzi nuovi sui bus della compagni, ma anzi li rivendevano.

Già, perché la frode era doppia.

Oltre a spacciare pezzi vecchi per nuovi, quando le parti di ricambio venivano fornite dall’azienda di trasporto questi venivano rivenduti a terzi.

In totale è stato stimato che la la COTRAL sia stata frodata per 91.000 €.

Denaro che ora è stato sequestrato alle officine fraudolente.

Il tutto è stato reso possibile grazie alla connivenza di alcuni dipendenti della COTRAL addetti ai controlli.

I quali non hanno mai denunciato l’illecito pur essendone a conoscenza (e parte integrante).

Sarebbero circa 50 le persone coinvolte nella maxi-truffa.

I reati contestati sono Concorso in truffa aggravata ai danni dello Stato, frode nelle pubbliche forniture, attentato alla sicurezza dei trasporti, abuso d’ufficio, turbata libertà degli incanti, rivelazione di segreto d’ufficio, favoreggiamento e falso.

Da sottolineare un ultimo aspetto, tutt’altro che secondario.

Dalle intercettazioni risulta che il 55enne titolare dell’officina tratto in arresto non aveva alcuna intenzione di sospendere la sua attività illecita.

Ma anzi di renderla ancora più efficace.

Il suo motto, infatti, era:

“Noi dobbiamo rubà nei modi giusti!”

di Anna Catalano

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