In seguito al resoconto comunale in merito al Tavolo per l’Ambiente tenutosi lo scorso primo settembre, i cittadini pentastellati apriliani hanno sentito l’esigenza di ribadire il proprio dissenso per il modo in cui si è tenuto il consiglio e per quanto successivamente scritto dall’Ufficio stampa del Comune: secondo il loro parere, ampiamente diffuso tra i vari comitati di quartiere, si evince una continua superficialità dell’Amministrazione nell’affrontare le problematiche ambientali della nostra città:
“Leggendo il resoconto comunale sembra che i nostri amministratori non siano residenti e che in questa città svolgano solo le attività di palazzo.
Sono già diversi anni che questo nuovo fenomeno d’inquinamento odorifero (chiamato puzza) è in espansione e la collettività denuncia alle autorità i casi, si nota nell’articolo che si parla delle aziende presenti sul nostro territorio per le attività di gestione dei rifiuti ma i riferimenti rimangono circoscritti solo a due di queste senza analizzare la portata complessiva del comparto industriale, del polo chimico – farmaceutico sommato a quello “energetico e dei rifiuti”.
Già negli studi effettuati ad Aprilia nel 2008 dal professor Merli, grazie ad un finanziamento regionale, era evidente che la qualità dell’aria fosse ben oltre la soglia di legalità imposta, da allora non si è fatto nulla per impedire il proporzionale aumento delle emissioni nocive in atmosfera dovute all’insediamento dei nuovi impianti per la gestione dei rifiuti.
Non esistendo una programmazione logica di sviluppo, nè un Piano di Protezione Civile completo di normativa Seveso, molte di queste aziende si sono insediate in zone abitate dando vita ad una serie di complicazioni per i residenti: sia di tipo sanitario per via dei miasmi che queste aziende provocano, sia di tipo economico viste le svalutazioni delle proprietà sul mercato immobiliare.
Evidentemente in quest’ultimo anno si è raggiunto l’apice di una convivenza forzata con questi impianti infernali e i comitati sono diventati sempre più incalzanti nelle richieste di Tutela della salute, tuttavia il primo cittadino rassicura che i siti industriali interessati sono costantemente controllati dagli organi preposti: ASL e ARPA. Siamo al corrente che questi enti spesso hanno richiamato l’attenzione del primo cittadino a ” sforamenti ” di varia natura ma non ci fornisce di una dettagliata mappatura di un analisi ambientale che sia in grado di istruire i cittadini sul degrado delle emissioni in atmosfera di agenti chimici e patogeni e delle attuali contaminazioni delle falde acquifere e fiumi per non parlare dei siti ancora da bonificare.
Come e quando si intende tutelare la cittadinanza? Quali saranno le future azioni e strumenti a disposizione per diminuire questi impatti socio-ambientali?”
Proseguono i cittadini:
“I rappresentanti dell’Amministrazione hanno ribadito l’obiettivo di “ripristinare condizioni accettabili di vivibilità nelle zone interessate dai miasmi”. Con questa affermazione rendono pubblico il loro fallimento, essendo i principali responsabili di questo scempio.
Se il tema di questo tavolo erano le emissioni odorifere perché non è stato invitato anche il comitato Borgata Agip, tra i primi a denunciare un doppio puzzo proveniente dalla DP Lubrificanti srl, trattasi di una raffineria di oli usati (hotel Enea)per fare un Biodiesel e dalla azienda casearia Cuomo.
Non si è fatto cenno alle Biogas, al danno che recano alle imprese artigiane e dei fanghi sversati sui terreni, sistematicamente spacciati per ammendanti o fertilizzanti (per non dire rifiuti speciali), nessun accenno è stato fatto alla Selfgarden , quando si arriva ad Aprilia in genere da Montarelli a Campoverde attraversando la pontina sembra di essere all’inferno.
Qualcuno ha ritirato fuori la leggenda del naso elettronico, uno strumento ancora in fase di sperimentazione che non potrà dare garanzie a nessuno. La verità è che non si dispone di un piano di monitoraggio ,quindi oltre che discutere di aria inquinata si discute di aria fritta.
Una sola nota di lode verrà data a chi tenterà (vista l’attuale situazione) di sviluppare una nuova forma di eco-turismo post industriale, effettuando un “Tour guidato dell’ immondizia” sul territorio apriliano, richiamando i curiosi a visitare luoghi spesso definiti impropriamente di pubblica utilità, visto che sono solamente le aziende private ad usufruire dei benefici economici di questo calderone di rifiuti. Ripeteremo all’infinito che se i rifiuti sono una risorsa economica questa deve essere di chi la produce (dei cittadini) ed essere reinvestita per il miglioramento dei servizi di igiene urbana per una società civile che sia in grado di essere autosufficiente, a questo punto la domanda d’obbligo è: perché ci siamo comprati la Progetto Ambiente se non si ha intenzione di investire in questo settore ? Siamo in uno stato di emergenza ambientale ma pochi ne sono consapevoli. Si aspetta sempre il morto per discutere o instaurare Tavoli Tecnici con i comitati. Viviamo in una città in stato di abbandono, svenduta in maniera irreversibile: solo tante parole per giustificare un inefficienza e la mancanza di attenzione verso le richieste preoccupanti della collettività coinvolta in questo giro di vite destinate a pagare errori commessi da altri.”
Concludono gli attivisti:
“Instancabilmente chiediamo che venga ripristinata una legalità e il diritto alla salute, un primo passo per dimostrare un vero impegno per la tutela della salute da parte dei rappresentanti municipali è agire con serietà e urgenza, stabilire una dichiarazione di intenti con la popolazione e produrre un Piano Regolatore Urbanistico aggiornato al 2014 con inserita la Variante Urbanistica per il Rischio di Incidente Rilevante, avvalersi nei confronti di aziende nocive per i cittadini del ” principio di precauzione e di prevenzione ” in maniera generosa e responsabile.
Solo da questi atti potremmo considerare l’intento di una vera salvaguardia e tutela della popolazione finora lasciata sola ad affrontare i problemi causati dall’inopportuna presenza di questi impianti a poche centinaia di metri dalle proprie abitazioni.
Prima di scaricare la responsabilità sugli assenti consigliamo un autocritica sulle azioni atte a contrastare questo fenomeno dilagante dell’affare rifiuti mai effettuate, continuare a sminuire e deviare questa emergenza non darà motivo di credibilità agli occhi dei cittadini che sperano nel buon senso e un futuro migliore”.
Sofia Boni