Recentemente le forze dell’ordine hanno dato esecuzione ai provvedimenti emessi dal Tribunale di Roma successivamente alla richiesta dei pubblici ministeri della Procura di Roma, Direzione Distrettuale Antimafia, in merito alla vicenda del taffico illecito di rifiuti che ha interessato principalmente la Provincia di Latina.
L’esecuzione segue le indagini condotte dalla Polizia Stradale di Aprilia e dal Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Forestale (NIPAAF) di Latina che si sono avvalsi anche dei continui e numerosi campionamenti effettuati dalla Sezione di Latina dall’Arpa Lazio (Agenzia Regionale Protezione Ambientale).
I provvedimenti emessi hanno riguardato 3 aziende operanti nel campo della gestione dei rifiuti, una discarica di proprietà di una società romana, 4 terreni (di cui due nel Comune di Pontinia e due nel Comune di Roma), 10 mezzi (mezzi di trasporto, trattori e scavatori) e il sequestro di 1 milione di euro nei confronti degli indagati corrispondente al profitto conseguito con attività legate al reato contestato. Ben 7 sono state le perquisizioni domiciliari e in alcuni laboratori di analisi in provincia di Frosinone, Napoli e Roma. In totale gli indagati sono 23.
Tra le società coinvolte vi è anche l’azienda di compostaggio SEP di Pontinia (Società Ecologica Pontinia), quella che da anni produce miasmi insopportabili per le persone che vivono nei Comuni circostanti e in particolar modo per i residenti di Priverno, Roccasecca dei Volsci, Sonnino e Pontinia.
I cittadini, soprattutto quelli che risiedono nelle vicinanze della SEP, per dare maggiore forza alla loro protesta, hanno dato vita al Comitato di Sonnino scalo “Il Fontanile”, guidato per anni dal compianto Claudio Simoncelli e oggi da Emilio Altobelli, e al Comitato di Mazzocchio, di cui fanno parte Luigi Cellini, Antonio Aumenta e tanti altri.
Fin dal 2016, il Sindaco di Priverno, con la sua maggioranza, che non è stato a guardare come qualcuno vorrebbe far credere, si è confrontato con i Comitati, in particolare con “Il Fontanile” e assieme agli altri Comuni ha partecipato a riunioni presso il Comune di Pontinia e in Prefettura, ha sottoscritto documenti e sollecitato gli organi competenti a intervenire. La distanza dalla SEP e la linea di dissenso che il Comune di Priverno ha sempre tenuto nei confronti dei suoi metodi industriali sono dimostrate dal non aver assolutamente voluto, all’attivazione della raccolta differenziata porta a porta nel 2018, conferire l’organico presso di essa, nonostante le richieste del gestore della raccolta che considerava invece vantaggioso conferire a un impianto vicinissimo alle attività.
In questi anni, qualcosa è stato fatto: all’ispezione chiesta dalla Regione Lazio all’Arpa, nel 2015, seguì quella della Polizia Provinciale nel 2017; queste portarono i Carabinieri Forestali della Stazione di Terracina a porre sotto sequestro l’impianto nell’ottobre dello stesso anno, che da allora è guidato da un Amministratore Giudiziario, ma nonostante ciò, la situazione non è cambiata, come hanno dimostrano gli esiti delle indagini di questi giorni. I miasmi sono ancora nell’aria, la SEP continua il suo ciclo di produzione pur se sotto un’Amministrazione controllata, i cittadini hanno perso la speranza di vedere risolto questo grave problema e il grande lavoro di valorizzazione territoriale che i nostri Comuni portano avanti rischia di essere vanificato per le condizioni di degrado ambientale prodotte dalla SEP.
Abbiamo fiducia nel lavoro delle Forze dell’Ordine e della Magistratura, di cui attenderemo gli ulteriori esiti, ma annunciamo fin d’ora la nostra richiesta di costituirci parte civile nell’eventualità di rinvii a giudizio.
Nel frattempo, in comune accordo con le Amministrazioni comunali di Pontinia, Roccasecca dei Volsci, Sonnino e Maenza abbiamo condiviso con la Direzione delle Politiche Ambientali e Ciclo dei Rifiuti della Regione Lazio l’urgenza di un monitoraggio straordinario per la verifica di eventuali contaminazioni dell’aria, delle acque e del suolo nei territori dei nostri Comuni, specialmente di quelli prossimi allo stabilimento della SEP e ai terreni sequestrati, al fine di acquisire elementi che, se ne ricorressero le condizioni, potrebbero indurci ad adire le vie legali per un’eventuale richiesta di risarcimento danni, quali parti lese in rappresentanza dei nostri concittadini.