Ritorna a far discutere la centrale biogas di via della Meccanica ad Aprilia. Costruita nel 2013 in tempi record (inizio lavori Settembre 2013, fine lavori Novembre 2013), l’impianto di proprietà della Società Agricola Bioenergie Italia Srl con sede legale a Roma, ha fin da subito suscitato perplessità e qualche polemica. L’avvio delle attività (Novembre 2013) non è stato per l’azienda semplice. A seguito di diversi esposti da parte delle ditte limitrofe e dei controlli degli organi preposti per i male odori che la centrale diffondeva, la stessa ha dovuto intraprendere delle modifiche.
La protesta da parte delle ditte di via dell’Industria, è cominciata proprio in relazione alla notevole presenza di odori molesti, che avrebbero causato stati di malessere di notevole importanza. Addirittura si suppone che forse l’autofficina sita in via della Meccanica abbia dovuto chiudere i battenti per via proprio di un insalubre condizione lavorativa con tanto di referto di pronto soccorso. A vista di ciò il Comune non ha potuto fare altro che attivare gli organi competenti: la Polizia Locale, l’Arpa e la Asl di Latina, nel mese di Novembre, sarebbero intervenuti per verificare se il ciclo produttivo della centrale rispettasse i canoni previsti dal progetto e quindi richiedere un tempestivo rimedio riguardo alle male odoranti esalazioni. La protesta degli industriali risiedeva nel timore che il processo di produzione fosse alterato e accelerato da sostanze nocive o comunque non idonee ad una biogas.
Stabiliti dal primo cittadino, con un’ordinanza del 13 Novembre 2013, gli “interventi urgenti necessari all’adeguamento e al miglioramento delle trincee di contenimento delle materie, ed utilizzate per la mitigazione degli odori” delle attività da parte della Società Bioenergie Srl, esalazioni moleste provenienti dalla centrale sono stati quasi del tutto abbattuti, grazie al prezioso intervento della ditta che ha provveduto ad effettuare lavori di risanamento e miglioramento della vasca prescritti dal Comune di Aprilia.
E come? Adeguando il sistema di deflusso delle percolazioni provenienti dalle vasche di stoccaggio, ossia realizzando una seconda canalina di scolo; migliorando la pendenza delle trincee su entrambi i lati e per tutta la lunghezza, ed evitare che il percolato rimanga fermo per troppo tempo; e la piantumazione arborea di essenze odorose (alloro) lungo il confine con insediamenti posti a monte dell’impianto.
Ma a circa due anni di distanza nuove polemiche si accendono nei confronti del medesimo impianto.
Da qualche settimana infatti giungerebbero dalla centrale odori nauseabondi, precisamente digestato, il cui olezzo somiglia molto a quello del liquame. Tuttavia l’innaturale spargimento di tale prodotto sulla pavimentazione di proprietà della centrale che costeggia le aziende limitrofe, avrebbe generato – in particolari ore del giorno – dei disagi ai lavoratori, costretti a chiamare i Vigili Urbani per un sopralluogo. L’ispezione olfattiva e visiva del tutto cautelativa della Polizia Locale è stata effettuata nella tarda mattinata del 12 Marzo, ed in seguito è stato richiesto l’intervento dell’Arpa e della Asl.
In virtù di quanto detto, Sfera Magazine ha raccolto alcune testimonianze: “Soprattutto quando le attività dell’impianto sono cominciate, l’odore che si diffondeva nell’area era insopportabile – ci racconta l’Ing. Carlo Federici della Tecnomaco -; alcuni dei miei dipendenti hanno accusato dei malori. La centrale è stata realizzata in brevissimo tempo, circostanza alle volte quasi irreale. Al giorno d’oggi i male odori sono sostanzialmente diminuiti, mentre abbiamo constatato la presenza di liquame al ridosso del fosso che collega le falde acquifere e sicuramente l’odore non è gradevole. E’ necessario porre rimedio subito. Rispetto ai primi tempi la vivibilità è migliorata, anche grazie all’intervento del Comune che ha sanzionato la società e ordinato di fare degli accorgimenti.”
Si nota anche dalla foto che il percolato, che stanzierebbe sulla pavimentazione di proprietà della centrale biogas, è situato proprio al confine con le ditte vicine alla stessa ma cosa più inquietante riguarderebbe l’assoluta pericolosità se eventualmente il percolato o quant’altro raggiungesse il fosso e così le falde acquifere inquinandole. La preoccupazione è tangibile da parte anche del Consorzio degli industriali: “Con l’inverno i cattivi odori si attenuano – ci racconta il Dott. Marco Braccini, membro del Consiglio di Amministrazione del CIAP – ma il periodo estivo è alle porte. L’estate scorsa la nostra zona era invasa da mosche, sarà una coincidenza? In seguito alla realizzazione della centrale per il trattamento degli alimenti bio per la produzione di energia e calore, abbiamo indirizzato i nostri esposti che vertevano su una singolare situazione: la costruzione della centrale secondo il nostro punto di vista era fortemente a ridosso della villette e delle aziende.”
A seguito di approfondite ricerche si evince che la biogas di via Pantanelle, E.R. Società Agricola, appartiene allo stesso AD di quella in via della Meccanica. Le opere compensative per un importo totale di 75 mila euro sono state distribuite per la messa in sicurezza della scuola di via Campo, del Fico e per l’installazione di illuminazione a risparmio energetico (Led); per la scuola di via Vallelata con la messa in sicurezza degli infissi e con annesso impianto a Led e fotovoltaico; ed infine ha trovato benefici anche la scuola di Campoverde.
E’ importante se non addirittura fondamentale informare che il Comune non rilascia alcuna autorizzazione alla realizzazione degli impianti, ma dalla Regione Lazio quando la documentazione arriva in municipio il primo cittadino o chi per lui non ha la facoltà di rifiutare quanto sottoscritto dall’atto regionale. Altra fondamentale circostanza risiede nella procedura semplificata utilizzata per l’autorizzazione alla realizzazione di impianti biogas al di sotto di 1 MW. La Regione quindi potrebbe evitare il proliferare di tali centrali emanando una legge regionale che comprenda tutte quelle che lavorano al di sotto di 1 MW.
Tali impianti non sono ad impatto odorifero zero, ma se le trincee sono ben gestite la sostanza che dovrebbe svilupparsi ha un odore gradevole e quindi non fastidioso. Alla fine del trattamento il prodotto contenente percolato può essere sversato in campi coltivabili per sfruttarne le proprietà biologiche di concime; ma resta da capire quali siano i suddetti campi e quante effettive tonnellate di percolato possano essere utilizzate per lo scopo precedentemente esposto, tenendo in considerazione l’ovvio fattore che non si può utilizzare sempre la stessa area.
Ancora da chiarire comunque la presenza di percolato vicino al fosso che collega le falde acquifere, fermo restando che molto probabilmente potrebbe trattarsi di un incidente. Ritrovati inoltre rifiuti ed inerti abbandonati sulla strada che porta alla centrale.
Melania Orazi
Brava melania articolo corretto con informazioni precise
Grazie