Il 16 luglio nella storia sarà ricordato per tre eventi culturali e sociali importanti.
Con il titolo originale The Catcher in the Rye esce il capolavoro dello scrittore statunitense J. D. Salinger, destinato ad entrare nei cuori di milioni di ragazzi di ogni epoca, che si vedono rappresentati fedelmente dal protagonista del romanzo.
Nelle vicende del sedicenne Holden Caulfield rivivono i tormenti e le incomprensioni tipiche dell’età adolescenziale, tradizionalmente etichettata come “età difficile”. Ciò lo porta ad essere il manifesto di una generazione in lotta con la società, così come si va costruendo, e la morale borghese.
Sul piano artistico, Il giovane Holden si pone tra i primi importanti esempi della cosiddetta Beat Generation, nell’alveo della quale si formano movimenti giovanili come quello che si oppone alla Guerra in Vietnam e gli Hippy.
Lungo circa 11 km e considerato per diversi anni il traforo più esteso al mondo, mette in collegamento l’Italia e la Francia attraverso le comunità di Courmayeur (in Valle d’Aosta) e Chamonix (nell’Alta Savoia). Lo percorrono ogni giorno circa 5 mila veicoli.
L’opera pubblica è stata al centro del dibattito politico fin dagli inizi del XIX secolo, ma solo grazie al progetto presentato dagli ingegneri Dino Lora Totino e Vittorio Zignoli vede finalmente la luce. I lavori durano sei anni e coinvolgono 350 lavoratori.
Ad inaugurarlo sono i capi di Stato dei rispettivi paesi: Giuseppe Saragat per l’Italia, il generale Charles De Gaulle per la Francia. Un grave incidente nel marzo del 1999 ne decreta la chiusura temporanea per tre anni.
Certo l’accoglienza degli abitanti del luogo non fu trionfale. Tuttavia il parchimetro installato nel 1935 a Oklahoma City (Oklahoma), il primo della storia, risolse non pochi problemi agli automobilisti di passaggio e alle istituzioni cittadine.
Se da un lato infatti assicurò che i parcheggi disponibili non venissero occupati 24h da residenti e gestori di esercizi commerciali, riducendo in tal modo il traffico, dall’altro fornì al Comune un nuovo ed interessante mezzo per rimpinguare le casse comunali.
A guadagnarci più di tutti in fama e soldi fu il suo inventore, il giornalista locale Carl Magee. Dovendosi recare quotidianamente alla redazione del The Oklahoma News, quotidiano da lui stesso fondato, aveva provato sulla sua pelle il disagio di dover girare per ore nel traffico, alla vana ricerca di un posto libero.
Di qui gli era venuta l’idea di una sosta a tempo, attraverso un sistema automatico azionato dall’introduzione di una moneta. Con il nome di Park-O-Meter lo brevettò nel dicembre del 1932. I primi funzionavano con 5 cent (equivalenti oggi a 80 centesimi di dollaro), sufficienti a sostare l’auto per un tempo compreso tra 15 minuti e un’ora, a seconda della zona. Una lancetta segnava su una bandierina a barra la durata della sosta. Diffusi in Italia tra gli anni Ottanta e Novanta, negli Stati Uniti sono ancora utilizzati e se ne contano circa 5 milioni.