Lunedì 17 marzo 2014, l’Amministrazione Comunale di Aprilia commemora Menotti Garibaldi nella ricorrenza della dichiarazione dell’Unità d’Italia. Menotti, infatti, morto di malaria all’età di 62 anni, fu sepolto nel mausoleo della famiglia Garibaldi, da lui fatto costruire nell’odierna frazione Carano Garibaldi, oggi nel comune di Aprilia dove attualmente sorge sia il monumento funebre che la Tomba di Menotti Garibaldi e dei suoi eredi.
La cerimonia, in programma lunedì presso il Mausoleo della famiglia Ravizza-Garibaldi, situata in località Carano/Garibaldi, prevede dalle 9.30 il raduno delle Autorità Civili e Miilitari e delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, alle 10:00 la celebrazione della Messa; dalle 10:45 si svolgerà il rito della deposizione della Corona d’alloro, infine alle 11:30 si rievocherà figura storica di Menotti Garibaldi.
Il Mausoleo che ospita oggi i resti di Menotti e dei suoi eredi è posto all’interno di un bosco di bambù, voluto appositamente da Menotti per ricreare l’ambiente nativo delle foreste brasiliane. Menotti, primogenito di Anita e Giuseppe Garibaldi, è nato nel borgo di São Luís, oggi quartiere della città brasiliana di Mostardas, stato del Rio Grande do Sul. Venne battezzato con il nome di Domenico, in onore del padre di Garibaldi, ma il Generale lo soprannominò Menotti, in onore del patriota Ciro Menotti. Ricordiamo che nel 2011 fu profanata la tomba di Menotti Garibaldi, uno sfregio nel 150° anniversario dell’unità d’Italia, simbolo colpito nella forma peggiore. Era stato aperto il sarcofago e forzata la bara che custodiva da ben 108 anni il corpo di uno degli eroi del nostro risorgimento. Ad accorgersi della profanazioneerano stati i custodi del casale di Carano, adiacente alla tomba della famiglia Garibaldi: il pesantissimo cofano del sarcofago marmoreo risultava spostato, così come il coperchio della cassa contenente la salma di Menotti Garibaldi, ma niente di più. Proprio due settimane prima, l’Amministrazione comunale aveva reso omaggio, con una cerimonia formale, alla memoria di uno dei padri fondatori dell’Italia.
Menotti Garibaldi partecipò, infatti, alla spedizione dei Mille, nella quale si distinse. Durante la terza guerra di indipendenza, comandò, con il grado di colonnello, il 9º reggimento di volontari garibaldini e il suo contributo fu determinante per la vittoria nella battaglia di Bezzecca, in occasione della quale si guadagnò la medaglia d’oro al Valor Militare. Nel 1870, durante la guerra franco-prussiana, comandò un reggimento di truppe franco-italiane, combattendo a Digione e sui Vosgi e meritandosi la Legion d’Onore che gli conferì il governo francese.
Divenne prima deputato di Velletri e poi di Roma dal 1876 al 1897: a Velletri è ancora ricordato per aver dato rilievo alla cittadina, facendovi spostare o riuscendo a mantenervi sedi di organi statali e per aver fondato la “Cantina sperimentale del vino di Velletri”, oltre a riuscire ad ottenere dal governo i finanziamenti per una vasta tenuta dell’Agro Romano, idea che anni prima era stata proposta dal padre, ma che allora non aveva trovato seguito.
Melania Lim0ngelli
Eroe?
Il vostro eroe, con la firma di garanzia del suo famoso genitore, si appropriò della somma di lire Duecentomila del Banco di Napoli, (una cifra enorme a quei tempi), per dar vita alla sua “famosa” cantina vinicola.
Da scarso imprenditore qual’era, l’attività andò in malora e di li a poco venne chiusa.
La cifra non è mai stata restituita, nonostante le reiterate richieste del Banco al genitore del Menotti.
Con gente come questa è stata unita questa sciagurata Nazione.
Una cosa è la retorica risorgimentale e un’altra è la reale personalità di certi personaggi che ancora oggi vengono fatti passare per “eroi”