Ennio Borgia, nato a Roma nel 1927 è residente ad Aprilia da 70 anni. Nel 69° anniversario della liberazione del campo di concentramento di Dachau, avvenuta il 29 aprile 1945 con l’intervento degli americani, è ritornato a Dachau per raccontare e testimoniare la sua disavventura nel campo di concentramento nazista. La sua storia è stata rinvenuta dall’Associazione “Un ricordo per la pace”, che da anni si occupa di raccogliere le testimonianze sul periodo di guerra ed in particolare sulla deportazione e sulla prigionia nei campi di concentramento nazisti dopo l’8 settembre 1943. Ennio Borgia, è probabilmente l’ultimo dei sopravvissuti italiani ed è stato contattato da Elisa Bonacini, Presidente dell’Associazione, dopo una lunga ricerca nel memoriale di Dachau, ed ha segnalato la presenza di un ex prigioniero ad Aprilia ancora in vita.
Nel settembre 2011 Elisa Bonacini raccolse la toccante inedita testimonianza della prigionia di Ennio vissuta all’età di soli 16 anni in un dvd intitolato “Ennio Borgia n°69791: un sopravvissuto a Dachau”. Il video è stato proiettato in diversi istituti scolastici del territorio, in occasione degli incontri organizzati dall’Associazione “Un ricordo per la pace” durante i quali i ragazzi hanno potuto confrontarsi con l’ex deportato. Fin da subito Dachau rispose presente: con affetto immediato si rese disponibile ad invitarlo alle commemorazioni, e anche quest’anno hanno tenuto fede alla parola ed è stato accolto con tanto affetto da tutta la cittadinanza. Per Ennio rivedere dopo tanti anni il luogo dove si trovava la sua baracca n° 25, che ospitava nella maggior parte prigionieri italiani, ha suscitato in lui forti e indimenticabili emozioni. “Mi hanno fatto sentire un eroe!” ha dichiarato Ennio commosso al ritorno ad Aprilia. In questo viaggio della memoria è stato accompagnato dalla moglie Speranza e dalla figlia Adna. La toccante cerimonia commemorativa si è svolta domenica 4 maggio nel piazzale di fronte al formo crematorio e si è conclusa con la deposizione delle corone al memoriale sito nella “piazza dell’appello”.
Melania Orazi