Igiene dell’assassino

La recensione della settimana: Igiene dell’assassino di Amélie Nothomb

Però è affascinante sentire uno scrittore parlare della sua creazione, dire come, perché e contro che cosa scrive”

-Igiene dell’assassino di Amélie Nothomb

Avete voglia di un romanzo che vi assorba, in grado non solo di prendervi ma anche di entusiasmarvi? Di un romanzo originale, con dialoghi ben assestati? “Igiene dell’assassino” è il romanzo giusto per voi. Leggero, scorrevole… e assolutamente geniale!

Non ci sono altri modi per definire il romanzo di Amélie Nothomb, costruito attraverso i continui divertenti, taglienti e intelligenti dialoghi dei due protagonisti principali: lo scrittore odioso e la giornalista. Prétextat Tach, lo scrittore protagonista, è uno dei personaggi più odiosi che io mai letto, quasi a livello della Umbridge in Harry Potter. La giornalista è in gamba, peccato si perda leggermente nel finale.

“Che ne sa delle metafore, giovanotto?”
“Ma… quello che sanno tutti.”
“Eccellente risposta. La gente non sa niente delle metafore.”

Trama del libro

Al premio Nobel per la letteratura Prétextat Tach restano solo due mesi di vita; la stampa di tutto il mondo gli implora un’ultima intervista. Solo cinque giornalisti riusciranno a incontrarlo. Dei primi quattro, il geniale romanziere si prenderà sadicamente gioco e con una dialettica in cui si mescolano logica e malafede riuscirà ad annientarli sia sul piano personale sia su quello professionale. Il quinto invece, una donna, riuscirà a tenergli testa e avere la meglio su di lui: l’intervista diventerà interrogatorio e poi duello senza respiro. Ne verrà fuori, poco a poco, un ritratto di Prétextat Tach del tutto inedito.

“Non la smetterò finchè non mi avrà risposto: perchè quel romanzo è incompiuto?” “Si potrebbe fare la stessa domanda in modo più metafisico: perchè quell’incompiutezza è un romanzo?”

Buona lettura!

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