Torna a Gaeta (LT) il tradizionale appuntamento con Ti mando a Gaeta… alla scoperta del carcere militare, l’evento che prende il nome dalla minaccia di reclusione nel carcere militare nel Castello Angioino – Aragonese che incombeva sugli italiani dalla fine del 1800 agli anni ’80.
Un’imperdibile lezione di storia del Sud d’Italia!
“I Tesori dell’Arte”, grazie alla disponibilità dell’Università di Cassino e del Lazio Meridionale, organizza 2 nuovi appuntamenti:
24 settembre e 15 ottobre 2017
La visita teatralizzata “Ti Mando a Gaeta” è resa possibile grazie alla regia di Gianni Villani, agli attori Maurizio Rata, Laura Fiordaliso e Giovanni Muto e alla collaborazione dell’associazione “Sogni e Spade”.
Una visita teatralizzata lungo un percorso in cui figuranti impersoneranno personaggi della storia che hanno avuto a che fare con il carcere, comeFederico II di Svevia, Alfonso d’Aragona, Maria Cristina di Savoia, Francesco II di Borbone, Maria Sofia di Wittlesbach, un Comandante del carcere, Herbert e Anneliese Kappler ed un testimone di Geova. La visita sarà accompagnata dai monologhi di Maurizio Rata, Giovanni Muto e Laura Fiordaliso, e le narrazioni di Lino Sorabella e la regia di Gianni Villani.
Costruita probabilmente da un Docibile nel X secolo, la prima struttura castellare sull’alto del promontorio fu poi modificata dai Normanni e, in seguito, altre importanti costruzioni si affiancarono al primitivo nucleo. Le trasformazioni furono realizzate con Federico II, nel 1227, nel periodo angioino con Carlo II d’Angiò, nel 1289, in quello aragonese con Alfonso I d’Aragona, nel 1436, e ancora nel 1500 da Carlo V. Al termine del XVI secolo, del vecchio fortilizio Docibile rimaneva assai poco al punto che oggi si parla di due castelli, uno angioino e l’altro aragonese: il primo, più in basso, è a pianta quadrata con quattro torri circolari angolari (successivamente utilizzato come prigione); il secondo, costruito da Alfonso I il Magnifico, fu fortificato su tre lati da massicci torrioni cilindrici e con un’appendice difensiva più bassa. Dal 1436 al 1442, ospitò il re di Napoli, Ladislao di Durazzo. Nel 1870, fu imprigionato Giuseppe Mazzini e successivamente trasformato in caserma.
Nel versante sud-orientale del castello angioino insisteva il braccio “ex ufficiali”, dove vennero rinchiusi i graduati italiani insieme ai nazisti Herbert Kappler e Walter Reder, responsabili, rispettivamente, della strage delle fosse Ardeatine e del rastrellamento del Quadraro il primo, e degli eccidi di S. Anna di Stazzema e di Marzabotto il secondo.
Anche il credo religioso fu motivo valido per essere rinchiusi nel carcere militare di Gaeta, maggiormente nel castello angioino, come i testimoni di Geova, trattati alla stregua dei renitenti alla leva perchè obiettori di coscienza non riconosciuti per deceni.
Entrare nel castello angioino sarà l’occasione per ricordare, oltre alle storie di carcerati e carcerieri, le figure di Federico II di Svevia, Alfonso d’Aragona, Maria Sofia di Baviera, Francesco II di Borbone, Herbert Kappler, con monologhi a cura di Maurizio Rata, Giovanni Muto e Laura Fiordaliso. In occasione dell’anniversario della resa di Gaeta, al termine della visita teatralizzata, sarà possibile ammirare armi da fuoco, armi bianche, palle di cannone e proiettili “cavalli” della collezione del Museo del Fronte e della Memoria
Per maggiori informazioni e prenotazione (obbligatoria): prenotazioni@tesoriarte.it – Tel. 3898256341 (anche whatsapp)
I posti a disposizione sono limitati.