Unwind, la divisione

“… E pensa che se la sua anima avesse una forma, sarebbe proprio quella: una bambina che gli dorme fra le braccia”

-“Unwind – La divisione” di Neal Shusterman

La recensione della settimana: “Unwind – La divisione” di Neal Shusterman

Come riconoscere un libro ben scritto?! Nel mio caso un libro ben scritto è una storia dalla quale non riesci a staccarti fino a quando non è conclusa e con personaggi in grado sia di farti sorridere che di farti commuovere. Devono essere in grado di farti gioire,infuriare,indignare e ridere perchè per un momento, un solo momento, tu non stai più leggendo. Sono personaggi veri e tu sei dentro alla storia. La loro storia è la tua.

Ecco. “Unwind, La divisione” di Neal Schusterman è uno di quei libri. Mi ha preso talmente tanto che l’ho letto in due giorni e il finale mi ha lasciata talmente senza parole da volerlo rileggere il giorno dopo. Uno dei migliori fantasy distopici che io abbia mai letto (Hunger Games, tiè!).

Eppure… Eppure la trama è posta in modo tale che ogni volta che provo a raccontarla a qualcuno, questo qualcuno distorce il naso, non sapendo cosa si perde. Questo perchè Unwind tocca un argomento delicato: l’aborto. Ambientata in America in un futuro molto prossimo, dopo una (fittizia) Guerra Morale, tra i favorevoli alla vita e i favorevoli all’aborto, gli americani sono arrivati a un compromesso: tutti i bambini devono nascere, l’aborto non è più consentito. A partire dai 13 anni e fino ai 18, però, i ragazzi possono essere «abortiti retroattivamente» , cioè vengono divisi (quasi un vero “smembramento”) e i loro organi (che siano cuore,polmoni,occhi,pelle e o mani) vengono donati per essere usati da altre persone. I ragazzi però non vengono tecnicamente uccisi: infatti i loro organi conservano la memoria del donatore.

In questa realtà si muovono i tre protagonisti (Connor, Risa e Lev), entrambi condannati alla Divisione per motivi diversi.

Connor è un ragazzo difficile, di quelli che vanno male a scuola e litiga sempre con gli altri ragazzi a scuola, per questo viene condannato alla Divisione. Risa, invece, è un’orfana. Viene condannata alla divisione perchè è una brava pianista ma non può migliorare e diventare ancora più brava. Altri, decidono per lei, che il suo talento non può andare oltre e che per la società quindi è un peso. Molto più utile che vada a donare i suoi organi. Magari c’è qualcuno che vorrebbe le mani di una pianista (mani che ricordano come si suona bene il piano) o metà del suo cervello. E infine c’è Lev, un ragazzino di tredici anni. Un ragazzino che va bene a scuola, è tranquillo, è bravo negli sport e va d’accordo con tutti. Viene “donato” alla divisione dai suoi genitori, estremamente religiosi, come opera di “beneficenza”.

La loro fuga vi catapulterà in un’avventura mozzafiato… e basta, non dico altro per non spoilerare. Uno dei libri più belli che io abbia mai letto.

Lo consiglio a tutti. Buona lettura!

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