Prosegue il viaggio di Sfera Magazine all’interno della Tenuta Calissoni Bulgari. Come sottolineato più volte nel precedente capitolo, una delle parti più importanti, e certamente la più conosciuta, della Tenuta è la chiesa della Madonna del Buon Riposo. Il nome deriva dalla località in cui la Tenuta sorge, denominata appunto Buon Riposo, che in tempi passati per i pellegrini sbarcati ad Anzio e diretti a Roma rappresentava un luogo di sosta e ristoro. Durante il periodo fascista, poi, in questo territorio l’Opera Nazionale Combattenti installò circa quattromila poderi.
La chiesa fu costruita a metà degli anni ’70 proprio su un manufatto risalente all’epoca della ONC, ed inaugurata nel 1976. Rientrando nella Vicaria di Aprilia, fu l’allora Vescovo di Albano, S. E. Mons. Gaetano Bonicelli a consacrarla, rendendola così un luogo di culto “ufficiale”, in cui potessero anche essere amministrati i sacramenti. E per oltre trent’anni tanti apriliani hanno legato alcuni dei momenti più importanti della loro vita a questa chiesa. Matrimoni e battesimi erano praticamente all’ordine del giorno all’interno della Tenuta, che fino a pochi anni fa, all’incirca fino all’inizio del nuovo millennio, ha regolarmente ospitato la funzione delle ore 17 ogni domenica.
Tra le peculiarità della chiesa della Madonna del Buon Riposo c’è quella di poter ospitare celebrazioni sia di rito romano che greco. Questo perché la famiglia Bulgari è originaria proprio della penisola ellenica, ed ha dunque tramandato questa tradizione nel corso delle generazioni. Ciò è particolarmente visibile dalle numerose croci ortodosse presenti. Così come gli altri edifici presenti nella Tenuta, anche la chiesa richiama da vicino l’architettura spagnola. Oltre alla facciata asimmetrica, altri richiami alla Spagna si possono vedere a sinistra del portone d’entrata, sormontato da un mosaico realizzato da Marco Paniccia, artista prematuramente scomparso a soli 35 anni.
Accanto all’entrata è situata la “Capilla de los Martires”, la Cappella dei Martiri, in cui sono apposte delle lapidi in memoria dei religiosi, indipendentemente dall’Ordine a cui appartenevano, che furono vittime della Guerra Civile Spagnola alla fine degli anni ’30 e che vide, come già accennato, un giovane di 22 anni di nome Franco Calissoni partire dall’Italia come volontario. In fondo alla Cappella è presente la raffigurazione del “Cristo che aiuta”, denominazione dovuta al braccio destro non inchiodato alla croce ma proteso verso il basso, come per porgere il proprio aiuto a chiunque ne abbia bisogno.
Un’altra battaglia che vide il futuro Generale Calissoni impegnato fu quella di El Alamein, combattuta durante Seconda Guerra Mondiale. All’interno della chiesa si trova una ulteriore lapide, proprio in ricordo di quella battaglia del 1942. Ai lati della lapide si possono apprezzare due opere d’arte che, come da tradizione spagnola, sono situate dietro una grata di ferro. Si tratta di una lirica del ‘700 ritraente la Madonna del Buon Riposo ed una icona greca raffigurante San Giorgio, nome del terzo figlio del Generale Calissoni e della moglie Anna.
A proposito degli eredi dei fondatori della Tenuta: nella zona del presbiterio, ossia la zona in cui si posizionano i celebranti, sono collocate delle ampolle contenenti le acque con cui sono stati battezzati i sei nipoti di Franco Calissoni ed Anna Bulgari. Al di sopra di queste ampolle vi sono delle icone raffiguranti alcuni episodi della vita di Cristo.
Continuando a parlare di opere d’arte presenti nella chiesa, non può non essere menzionata quella più conosciuta ed importante: la Vetrata del Gioielliere. L’opera porta la firma di uno dei più importanti artisti della prima metà del ‘900, Duilio Cambellotti, e di Cesare Picchiarini, altrettanto celebre vetraio contemporaneo di Cambellotti. La vetrata mostra una persona che si accinge a scendere da una imbarcazione portando con sé uno scrigno che, con tutta probabilità, contiene dei preziosi gioielli. Questa ipotesi deriva dal fatto che nel 1923 un noto architetto romano decise di donare questa opera a Costantino Bulgari, appartenente alla dinastia dei noti gioiellieri. Durante i lavori di costruzione della chiesa della Madonna del Buon Riposo il Generale Calissoni ritrovò questa autentica perla dell’arte novecentesca, chiedendo al suocero Costantino il permesso di incastonarla, come una pietra preziosa, all’interno dell’edificio sacro, dove si trova tuttora. A riprova del suo alto valore artistico, i curatori di una mostra incentrata sul Cambellotti organizzata a Villa Torlonia hanno messo in esposizione i bozzetti originali della Vetrata del Gioielliere, non potendo chiaramente ottenere il manufatto. Ma l’assenza di una tale opera non poteva essere accettata.
Per oltre trenta anni, cioè dall’inaugurazione del 1976 ai primi anni 2000, la chiesa della Madonna del Buon Riposo ha rappresentato uno dei punti di riferimento per tutta la città di Aprilia. Dopo un periodo di forzata inattività, solo recentemente è tornata ad ospitare cerimonie ufficiali: lo scorso mese di maggio, in occasione dell’anniversario dello Sbarco di Anzio e della susseguente Battaglia di Aprilia, don Raimondo Salvaggio, cappellano militare generale, ha officiato una messa solenne a cui ha partecipato, presenziando in alta uniforme, anche l’Attaché militare dell’Ambasciata Britannica Lindsay MacDuff. Sembra che sia dietro l’angolo la possibilità di tornare a celebrare anche dei sacramenti all’interno della chiesa.
Dunque Aprilia potrà presto riappropriarsi di una delle sue storiche ricchezze.
di Massimo Pacetti