“Che Aprilia sia una “città di immigrati” non è una frase fatta ma un dato oggettivo che ha a che fare con la sua storia particolare e con le peculiarità del suo sviluppo: tutto il nostro processo di creazione dal nulla di una comunità e di un’identità sociale e culturale è stato un lungo e continuo sovrapporsi di ondate migratorie, a partire dall’arrivo dei primi coloni dal Veneto, dal Friuli e dall’Emilia Romagna, per passare a quello degli umbri e dei marchigiani durante la prima fase post-bellica di massiccia industrializzazione e, poi a quello dei meridionali di varia provenienza e dei profughi italiani dalla Libia e dalla Tunisia fino ad arrivare ai rilevanti flussi di stranieri, provenienti per lo più da aree ben precise, che hanno interessato Aprilia nei tempi più recenti col declino industriale e lo sviluppo del Terziario.
La forza della nostra città è sempre stata quella di saper integrare tali persone e di farle sentire parte del tessuto connettivo di questo territorio facendone dei veri apriliani affettivamente legati al luogo che li ha accolti e in grado di contribuire positivamente alla crescita e all’evoluzione di Aprilia.
Ancora una volta le contingenze storiche ci vengono incontro: dai dati in nostro possesso risulta evidente come oltre il 73% degli stranieri residenti sul territorio apriliano appartengano a due comunità, quella romena (57,4% + un 1,6% di moldavi affini ai romeni per lingua e cultura) e quella indiana (14,4%), notoriamente meno problematiche e più facilmente assimilabili rispetto ad altre che presentano caratteristiche diverse. I romeni, presenti qui ormai da più di vent’anni, sono forse fra i popoli a noi più vicini per lingua, cultura, temperamento, e costituiscono una parte molto rilevante della nostra popolazione (circa 5300 quelli regolarmente registrati), giunti ormai alla seconda generazione contribuiscono fortemente all’economia locale, specie nei settori dell’edilizia e dei servizi. Gli indiani, per la stragrande maggioranza Sikh del Punjab, sono anch’essi alla seconda, quando non addirittura alla terza generazione di apriliani, e il loro apporto è determinante per mandare avanti il settore agricolo e zootecnico pontino. Vi è poi una piccola ma vivace comunità cinese molto attiva nel commercio e tante altre realtà (tunisini, albanesi e macedoni, ucraini, latino-americani, africani subsahariani, etc.) numericamente meno incisive ma comunque profondamente partecipi a vario titolo delle dinamiche locali.
Il Partito Democratico ad Aprilia intende dar voce e rappresentanza anche alle istanze di questi nuovi apriliani per contribuire, nell’interesse di tutti, ad un loro completo inserimento ed evitare così che si formino sacche di marginalità e di esclusione o isole etniche chiuse che non si parlano e che vivono in più realtà parallele alimentando così diffidenza che genera pregiudizio, incomprensione e spesso anche razzismo. Per alcune di queste comunità non ce ne sarebbe neanche bisogno, tanto si è spinto in profondità il processo di integrazione e di interscambio con la popolazione autoctona, per altre invece è necessario incentivare un cammino di reciproca conoscenza che porti a una situazione di pieno riconoscimento e di rispetto delle rispettive culture quando queste sono compatibili con l’Ordinamento dello Stato Italiano, con le sue Leggi e coi principii stabiliti dalla Costituzione.
Questo processo di osmosi è quanto mai auspicabile per evitare che si creino situazioni come quella delle banlieue parigine o del quartiere belga di Molenbech dove l’esclusione sociale e la mancata integrazione crea ghetti che diventano poi fucina di anti-socialità, delinquenza e, a volte, anche di radicalismo estremista, religioso e non.
A tal fine abbiamo deciso di creare all’interno del nostro Partito una Consulta Permanente per il Dialogo con le Minoranze presenti sul territorio cittadino, strutturate o meno che siano, ove discutere con i diretti interessati e i loro rappresentanti circa le problematiche che li riguardano e le istanze di cui vorranno eventualmente farsi portavoce favorendo politiche di ascolto, realizzazione di indagini socio-politiche, l’organizzazione e promozione di convegni a tema d’interesse, l’individuazione e condivisione di “buone pratiche”, la paziente opera di sensibilizzazione e di contrasto delle pratiche tradizionali nefaste (es. mutilazioni genitali femminili, matrimoni precoci e combinati, segregazione femminile), la valorizzazione delle culture di provenienza, la creazione di appositi spazi ed eventi (festività religiose e laiche, fiere, rassegne o altro) in cui le varie comunità nazionali e/o etniche possano esprimere la propria specificità, incontrarsi, fraternizzare fra loro e con gli apriliani, sempre nel rispetto delle Leggi Nazionali e del pubblico decoro.
L’idea è quella di creare un network aperto a chiunque voglia contribuire per fare di Aprilia una città sempre più inclusiva in una logica di reciproco arricchimento nell’interesse generale e ci farebbe piacere se nei prossimi giorni esponenti delle soggettività a cui è rivolta la nostra iniziativa volessero prendere contatti col Partito per iniziare a gettare insieme le basi di questo ambizioso esperimento che speriamo possa essere davvero utile alla Città e a chi ha scelto di viverci.”
Chiara Ruocco