A partire dalle ore 18, è iniziato il dibattito allestito dal presidio apriliano di Libera, il quale si pone lo scopo di sviscerare la storia criminale legata alla città di Aprilia, in ottica di crimini insoluti e legati alla politica.
Il tavolo, moderato da Irene Giusti, vede gli interventi di Fabrizio Marras – referente provinciale di Libera – Vittorio Buongiorno – caposervizio de Il Messaggero – e del dottor Giuseppe de Matteis, questore di Latina.
In termini di presenze istituzionali, tra il pubblico, si annovera la presenza del dottor Vincenzo Cucciardi e di un membro dell’Opposizione, Carmen Porcelli: l’inizio della conferenza, probabilmente in concomitanza dell’evento benefico allestito al Quinto Ricci, vede esigua presenza della Maggioranza, con il Consigliere Ornella Pistolesi.
Come introdotto da Irene Giusti, le ricerche hanno visto il vivo contributo dei giornalisti Gianfranco Compagno e Luca Artipoli: dopo un primo percorso storico di atti criminali ad Aprilia, a partire dal 1989 sino ai recenti accadimenti, comprese le proposte di una costituzione di un pool antimafia in provincia di Latina e le interrogazioni parlamentari portate avanti nel tempo.
Ogni anno c’è un atto intimidatorio – chiosa Irene Giusti – e dopo due giorni si perde e oria e consapevolezza della gravità della cosa. Fermo restando che i moventi possano essere diversi, non avere risposte è comunque grave. Urge risposta civile anche dalle associazioni. Come Libera non facciamo indagini, ma sicuramente il metodo di operare sul territorio nei confronti dell’Amministrazione ci porta a pensare che ci sia radicamento della cultura mafiosa in città. Una cosa che preoccupa qui, molto più che in altre zone, è l’omertà.
Fabrizio Marras, invece, pone l’accento sull’informazione che va diffusa tra la cittadinanza e nelle scuole, posta la condizione di azione nell’ombra, in quanto il crimine organizzato opera senza clamore da tempo. “Bisogna avere coraggio di denunciare – prosegue Marras – e prendere atto di ciò che c’è. Bisogna prendere atto dell’aumento di azioni forzose nei confronti di membri del settore economico ed industriale, al fine di annettere nuovo organico nel sistema mafioso”.
“La mafia è un gruppo di delinquenti che intenzione di fare i propri affari a danno della società civile: l’autore della definizione è del senatore americano che ha trattato l’affare Cosa Nostra -questa la citazione con cui apre il proprio intervento il dottor De Matteis – Quando si parla di omertà e vincolo mafioso, spesso si danno per scontati concetti che si sviluppano in maniera diversa. La realtà, poi, è molto più complessa di ciò che appare: in mille episodi possono esserci realtà contrastanti, e non tutti riconducibili ad un’unica via di pensiero. Nel sud Pontino, ad esempio, c’è una forte infiltrazione della Camorra: l’errore è ricondurre tutti atti criminali a questa infoltrazione. Per quanto concerne l’omicidio Piccolino, ad esempio, a caldo in tanti hanno ricondotto l’omicidio alla camorra.
Gli elementi, invece, sono erano legati allo stile camorristico: un esempio? Il killer si è presentato in bermuda ed ha utilizzato una vettura di sua proprietà. Passare per vittima di camorra, chiaramente, conviene a più di qualche Amministrazione. Ad Aprilia ci sono stati vari episodi di intimidazione a pubblici amministratori: non si deve pensare che siano solo episodi di camorra, in quanto qualora emerga una pista che va sulla vita personale, i negazionisti vinceranno.
Ad Aprilia c’è una forte presenza del Reparto Territoriale, ma purtroppo manca un Commissariato: le due forze, se lavorano assieme, ottengono risultati migliori. Ci vuole piena fiducia nell’Arma dei Carabinieri: l’idea che serpeggia in merito a presunti mancato risultati, è errata“.