Il reduce apriliano Tersilio Carnevali insignito della Medaglia d’Onore

Nel Giorno della Memoria, i figli dell’apriliano Tersilio Carnevali hanno ritirato a Latina l’onorificenza assegnata al padre

Si è svolta sabato, nella ricorrenza del Giorno della Memoria, la cerimonia per l’assegnazione della Medaglia d’Onore a Tersilio Carnevali.

Al Teatro Ponchielli di Latina i figli del reduce, ormai scomparso, hanno ritirato l’onorificenza dalle mani del Prefetto Maria Rosa Trio.

Presenti, oltre al Sindaco di Latina padrone di casa, alcuni istituti scolastici del capoluogo di provincia ed anche il primo cittadino di Aprilia ed Elisa Bonacini.

La Presidente dell’Associazione “Un Ricordo per la Pace” ha voluto raccontare la sua vicenda:

“Nato a Fabriano il 20 febbraio 1923, Tersilio Carnevali era partito in guerra nell’ottobre 1942.

Incorporato nel 63° Reggimento Fanteria con destinazione Balcani, dopo l’armistizio dell’Italia l’8 settembre 1943 venne catturato dai tedeschi e deportato in Germania.

Qui fu internato nello Stalag IX C in Turingia.

Lavorò in una fabbrica che produceva materiale bellico con turni di 12 ore giornaliere.

Venendo sfruttato anche nello sgombero di macerie e in altri lavori pesanti”.

Paola, Fiorenzo e Maurizio Carnevali avevano contattato proprio la Bonacini per raccontare la storia di loro padre.

E chiedere un aiuto perché la sua figura fosse ricordata nel modo più adeguato.

Ovviamente una medaglia non cancella la sofferenza patita in quegli anni difficili.

Non solo quella di Carnevali, ma anche degli altri milioni di persone che hanno subìto quella terribile sorte.

Ma tenere vivo il ricordo della sua vicenda è indispensabile per fare in modo che in futuro tali scempi non si ripetano:

“Di anno in anno – constata Elisa Bonacini – sono sempre più rari i testimoni del periodo di guerra.

Sta alla nostra generazione portarne avanti il ricordo.

Noi continueremo con il massimo impegno nella nostra opera divulgativa.

Sperando  che nelle scuole i ragazzi vengano stimolati ad aprire “i cassetti della memoria” delle loro famiglie.

E far così emergere storie che appartengono ormai ai bisnonni.

Contiamo pertanto di vedere crescere anche il numero delle medaglie d’Onore.

Come Associazione ci auguriamo di poter organizzare presto tutto il materiale raccolto in filmati specifici.

Un lavoro imponente che meriterebbe il sostegno delle Istituzioni, a futura memoria di un passato che non deve tornare mai più”.

di Massimo Pacetti

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