Monte San Biagio, per tre giorni lo scenario perfetto per una delle pietanze più amate: la salsiccia. La sagra si terrà per tre giorni, dal 6 all’8 Marzo.
Questi tre giorni saranno dedicati alla conoscenza di questa autentica eccellenza gastronomica; come il modo di prepararla e degustarla, l’atmosfera di convivialità, l’intreccio di sapori, culture e tradizioni saranno il perfetto connubio per diffondere e valorizzare il territorio.
Produttori e cuochi insieme per far conoscere, anche a chi non è del luogo, la versatilità in cucina di questo prodotto: classica alla brace, tradizionale con i broccoletti locali, con i fagioli ed ancora antipasti, primi piatti, secondi e pizze per deliziare anche i palati più esigenti.
A portare da queste parti la tradizione della salsiccia furono, secoli or sono, i Longobardi. E’ da allora che gli abitanti del posto condiscono la carne di maiale solo con il coriandolo. Il coriandolo è infatti un potente antibatterico e per questo ne custodisce le proprietà: i Longobardi, che la sapevano lunga, ne facevano il giusto utilizzo. Questo popolo nomade, inoltre, preferiva ricavare dai maiali solo salsicce e salami, perché facilmente trasportabili e subito commestibili. Ed ecco quindi che la gastronomia si mescola alla storia, con un processo produttivo che è rimasto praticamente immutato nei secoli.
I semi di coriandolo vengono fatti essiccare o vengono abbrustoliti prima di aggiungerli alle salsicce, il cui retrogusto di fumo, dovuto al fatto che vengono fatte “maturare” per due o tre di giorni in un locale con un camino acceso con legna di lentisco, rappresenta un’altra loro caratteristica peculiare. Prima di essere insaccata in budelli naturali, inoltre, la carne viene bagnata con il vino Moscato di Terracina, mentre la conservazione sott’olio avviene preferibilmente con olio extravergine di oliva della cultivar Itrana.
La Sagra della Salciccia rappresenta anche una buona occasione per scoprire Monte San Biagio e il suo territorio ricco di storia. Dalla Porta di San Rocco, a quella dedicata a San Vito fino ad arrivare alla Porta del Castello… c’è solo l’imbarazzo della scelta sulla strada che si preferisce per entrare a visitare il centro storico medievale del paese, dolcemente adagiato su una collina a 133 metri sul livello del mare.
Nei dintorni meritano una visita l’Epitaffio, una costruzione in pietra di stile classico che si trova al km 109,400 della Via Appia, e poco distante la Torre – costruita durante il pontificato di Sisto V – che segnò fino al 1870 il confine dello Stato Pontificio. E ancora il Castello, costruito sui ruderi di una fortezza o di un tempio romano, che domina il bacino Fondi-Monte San Biagio, il mausoleo dell’Imperatore Galba e il Passo di Portella. Per gli amanti della natura è impossibile non visitare la sughereta di San Vito, l’unica esistente in Italia con alberi di alto fusto, che si espande su una zona di circa 300 ettari e ospita sughere e lecci di oltre cent’anni.
A.M.