“Un’invenzione senza futuro”. Così Antoine Lumière (padre dei celebri fratelli) definisce il cinema, un progetto a cui i suoi figli stanno lavorando.
Lo spettacolo, che si terrà Giovedì 21 Gennaio alle 21 presso il teatro Spazio 47, racconta del rapporto tra due fratelli, Louis e Auguste – che stanno per rivoluzionare la visione del mondo – e la ricerca dell’amore, attraverso un viaggio che si trasforma e si snoda per mezzo di scene di film, incontri, suoni e visioni dal sapore delle pellicole che ci hanno appassionato in più di un secolo di cinema.
Il racconto di una vita che si fa metafora delle evoluzioni del cinema, delle sue più importanti invenzioni: dal muto al sonoro, dal montaggio al colore. Non si tratta di citazioni: l’intento è quello di creare vere e proprie fusioni tra le possibilità e i limiti del teatro e le caratteristiche proprie del cinema, strumento che più di ogni altro riesce a catturare e modificare l’immaginario collettivo su larga scala.
Il contributo (in parte inconsapevole) di questi due fratelli ad un progetto così rivoluzionario come l’immagine in movimento, insieme con il desiderio più antico e primigenio, quello amoroso, sono i motori per raccontare anche l’illusione stessa della vita, il “qui ed ora” del teatro, il “realissimo” inganno del cinema. Storie e sogni, che però possono tramutarsi in vere rivoluzioni, cambiando la percezione quotidiana del singolo e quella della società a venire.
“Forse il nostro è un inno a chi osa, alla creatività, ai pochi che rischiano, seppur inconsapevolmente, coinvolgendo anche la moltitudine, per modificare il proprio presente e il futuro, confidando che la curiosità della scoperta sia sempre la vera magica rivoluzione.”
Lo spettacolo L’Invenzione senza Futuro segna il sodalizio artistico tra la formazione genovese Compagnia DeiDemoni e la realtà torinese Tedacà, da sempre attivi nella ricerca della drammaturgia contemporanea inedita, e da qualche anno impegnati nella produzione di opere originali, frutto di una ricerca e di una scrittura collettiva. Lo spettacolo ha vinto il premio di produzione dell’E45 Napoli Fringe Festival, dove ha debuttato lo scorso giugno. E’ prodotto con il sostegno di Offrome e del teatro della Tosse.
“Un piccolo gioiello di poesia scenica (…) che attraverso lo sguardo ludico e scanzonato delle romantiche e folli concrezioni sceniche di Auguste e Louis Lumière, ci racconta una delicata parabola sulla memoria e sull’amore. ”
Teatro.it
“Un omaggio romantico al cinema, del quale si evocano gli albori e i rudimenti, con una delicatezza di sguardo deliziosa, che si traduce in immagini teatrali, in felice recita di celluloide che volontariamente s’ingiallisce e gracchia, s’impolvera dell’aroma saporoso dell’antico mostrandone la patina romantica, come romantica è l’anima pionieristica che dei Fratelli Lumière ci racconta, mostrandoceli bambini, adolescenti, adulti, sempre e comunque all’inseguimento di un sogno, della scintilla che accendesse la luce all’interno della lanterna magica; mostrandoceli fanciulli, adolescenti, adulti fondendo due magie, quella del cinema e quella del teatro; quella per cui da un fotogramma all’altro passi da un’epoca all’altra in un istante e quella per cui dalla visione corrosa e sfocata della pellicola consegnata alla memoria passi alla viva carne della scena.”
Pickwick
” Un impianto semplice ma efficacissimo, che ci ricorda ancora una volta che la semplicità è punto non di partenza bensì di arrivo di una generosa dedizione e di un deciso talento. Un vero e proprio viaggio all’interno dell’immaginario cinematografico che, eccezionalmente, non ha nulla dei mezzi della riproduzione tecnologica; che, ironicamente, allude a quei mezzi presentandoci un cinematografo e tre poltrone fatte in cartone; che, discretamente, ci presenta la storia del cinema attraverso un’arbitraria quanto indovinata selezione di piccole scene; che, sapientemente, ci commuove quando ci ripresenta un corto del muto o il processo di goffa serendipità con cui i Lumière le diedero vita.
E’ un spettacolo da augurare a tutti, e di tutte le età: i più piccoli sentiranno il piacere di crescere, durante un viaggio favoloso e costruttivo come favoloso e costruttivo fu il cinema delle origini; i più grandi sentiranno la gioia di tornare bambini, nella culla di un cinema dolcemente liquefatto nel sogno del teatro.”
Gufetto.it