“Il diritto esiste per dare certezza alla vita dei cittadini. Perciò viene scritto e pubblicato, fin dal codice di Hammurabi. In queste settimane di epidemia, stiamo vivendo un paradossale ritorno alla incertezza del diritto. D.P.C.M., Decreti Legge, Ordinanze di Presidenti delle Giunte Regionali, Decreti Ministeriali. Una pletora di norme, e disposizioni che altro risultato non raggiungono se non rendere la vita dei cittadini più confusa. E se il diritto diventa incerto, diventa incerta la vita dei cittadini, che iniziano a credere a voci, dicerie, e diventa sempre più difficile rispettare le regole. Diventa più difficile fidarsi dello Stato, se lo Stato non parla chiaro. In un momento di grande confusione, servono regole chiare, strumenti di dotati di quella persuasività che devono traghettare il Paese in un momento di grande crisi. Un grande aiuto, in questo senso, lo dovranno ricevere i Comuni, gli Enti territoriali di prossimità per definizione, dai quali legittimamente ogni cittadino vorrà risposte concrete. E si dovranno pur dare risposte concrete. Ai Sindaci, primi garanti della comunità, in questi giorni chiamati ad essere nella linea di continuità un tassello di più che mai fondamentale pervicacia – e a cui va il mio grazie – dovrà essere riconosciuta quella Forza in grado di fronteggiare successivamente questa congiuntura economica. Perché i cittadini devono aver risposte, i commercianti, le piccole e nuove imprese, i giovani imprenditori, le future generazioni, sulle spalle delle quali ricadrà questa crisi, dovranno ricevere risposte.”
“Lo Stato sta iniziando a dare le prime risposte economiche, le Regioni altrettanto. Chi sta affrontando questa crisi con serietà sa il senso di responsabilità che corre in chi deve prendere decisioni. Come anticipato dall’Anci, sarebbero utili provvedimenti tesi a sbloccare liquidità ai Comuni, l’istituzione di tavoli tecnici per sostenere gli equilibri, liberare quote di avanzo, abbattere in misura percentuale l’obbligo di accantonamento al fondo crediti di dubbia esigibilità, il che significa liberare risorse di spesa corrente. Tutto questo deve essere fatto nel massimo spirito di comunità, a cui tutti siamo chiamati. Rivolgendomi a tutti i giovani, dico quindi, che dobbiamo dare noi per primi l’esempio, come Enea che portava sulle proprie spalle il padre Anchise, rispettando le regole e facendole rispettare. Questa terribile emergenza ci insegna che dobbiamo essere semplici e chiari, a partire da quelle regole giuridiche che vengono date, ma soprattutto dobbiamo essere uniti. Anche perché mai come ora tutti abbiamo bisogno di certezza e fiducia. Aprilia sta rispondendo presente a tutto questo, altrimenti non faremo che incrementare confusione e paure. Siamo tutti, oggi, chiamati al vicendevole e reciproco aiuto. Possiamo agire con responsabilità, si può fare, anche senza volerlo, si chiama esempio.”
Chiara Ruocco