“Sono passati neanche 10 giorni dalla Commissione Rifiuti Regionale, in cui il nostro intervento sulle gravi inadempienze di programmazione imputate alla Regione Lazio dalla Commissione e Corte Europea, fu stoppato. D’altro canto, non hanno potuto censurare i social, sui quali abbiamo diffuso un video, dove spieghiamo le inadempienze di programmazione della Regione rispetto a quanto chiesto dalla C.E. Inadempienze che hanno causato l’aggravarsi e il moltiplicarsi degli impianti di gestione dei rifiuti nelle Province, e in particolare nella nostra Provincia, sbilanciando e rendendo fragilissimo il ciclo dei rifiuti nell’intera Regione. Ora però a chiedere conto non è il Comitato Tutela Ambiente e Salute Pubblica, ma la commissione Europea con una lettera in cui fa domande precise e puntuali confermando ciò che sosteniamo. Il piano rifiuti 2012 non ha raggiunto i suoi obbiettivi” spiega Ilenia Borace, presidente del Comitato per la Tutela dell’Ambiente e Salute Pubblica.
“Inoltre è stato interessante partecipare come uditori alla Conferenza dei servizi dei Soggetti di Competenza Ambientale sull’aggiornamento del piano rifiuti del Lazio 2019/2025 svoltasi il 20 ottobre. Non abbiamo potuto non notare che le nostre osservazioni lasciate ad integrazione, in parte sono state fatte anche dal Ministero dell’Ambiente. Così come ci è dispiaciuto vedere non accolte da parte della Regione, osservazioni fatte dal Comune di Aprilia (parimenti alle nostre), sullo spostare dei criteri di localizzazione delle aree idonee e non idonee, da attenzione progettuale ad esclusione totale. Ciò che ci preoccupa e che ci colpirà più da vicino è l’unione di intenti degli amministratori presenti in commissione regionale il 7 ottobre, è il chiudere in provincia il ciclo rifiuti, il ciò significa l’intenzione di installare una discarica e un inceneritore, perché attualmente la provincia di Latina è ampiamente soddisfatta sulla parte trattamento (TMB + 300% della produzione provinciale) e trattamento umido (che considerando autorizzazioni di impianti aerobici, e anaerobici segnalati dal GSE si attesta al 900%)”.
“Quello che noi proponiamo, vista la buona percentuale di differenziata (su cui Latina deve fare assolutamente di più) e l’esigua percentuale di indifferenziata è: 1. spingere i TMB e gli impianti di trattamento Umido provinciali a fare una percentuale di recupero materia molto più alta, così da sottrarre sempre più rifiuti dagli inceneritori e discariche; 2. ritenere il sovradimensionamento impiantistico come un’affrancazione rispetto a nuove discariche e inceneritori. Del resto la Regione ha ampiamente dimostrato (è scritto anche nell’aggiornamento) che in caso di insufficienza impiantistica, tutti gli ambiti territoriali omogenei dovranno garantire sussidiarietà agli altri ATO rispettando il principio di prossimità. Considerando quindi la concentrazione di impianti in provincia di Latina che offre un contributo a tutti i Comuni del Lazio, la provincia di Latina deve pretendere lo stop ad altri impianti anche in considerazione dello sforzo sulla differenziata, sul quale però pesa lo scarso risultato del Capoluogo al 24%. Ciò che si profila per l’aggiornamento del Piano Rifiuti 2019/2025 è una vita tutt’altro che rosea, sotto la probabilità di un’ennesima procedura di infrazione verso l’Italia a causa della gestione dei Rifiuti del Lazio” l’appello del Comitato.