“La revoca del patrocinio al Roma Pride è un atto gravissimo. Significa allinearsi alla destra più retriva del nostro Paese, mentre quel patrocinio significava allinearsi alla vita di migliaia di cittadini e cittadine che sabato scenderanno in piazza insieme a noi.
Il Partito Democratico di Aprilia con ancora con più convinzione, sarà al Pride accanto alle istanze del movimento.
Prima c’era stata la concessione del patrocinio al Roma Pride, poi la revoca. E la decisione del presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, è arrivata dopo un comunicato dell’associazione Pro Vita, che contestava la scelta iniziale del governatore. Un minuto dopo la nota dei soliti Pro Vita è arrivata la revoca. A noi sembra una cambiale elettorale bella e buona. Non è un infatti mistero che i membri di quell’associazione abbiano sostenuto candidati e liste con cui Rocca è stato eletto presidente.
Come Partito Democratico siamo convinti che i diritti civili non possono essere soggetti ad alcuna pregiudiziale posta dal politico di turno né mercificati per un pacchetto di voti. Questa decisione del presidente Rocca ci spinge a partecipare ancora più convintamente al Pride ed appoggiamo quanto il nostro partito sta facendo ad ogni livello istituzionale: un’opposizione ferma e decisa affinché sui diritti non si arretri di un millimetro ma anzi si conquisti sempre più terreno.
Il gesto commesso dalla Regione Lazio è una strumentalizzazione in quanto la piattaforma del Pride non è mai stata modificata dopo il patrocinio concesso dalla Regione. Il movimento LGBTQIA+, peraltro, continua a chiedere un riconoscimento dei bambini e delle bambine e aver revocato il patrocinio significa anche aver fatto un passo indietro per quanto riguarda i diritti di quei bambini e di quelle bambine. Noi saremo in piazza per una prima risposta accanto al movimento dopo questo passo indietro. Che non è un passo indietro di Rocca, ma il dietrofront di un’istituzione nei confronti dei cittadini che pure rappresenta, indipendentemente dal fatto che abbiano votato il presidente o meno.”
Chiara Ruocco