La Provincia e gli altri enti coinvolti nel procedimento amministrativo, avviato sul rinnovo della autorizzazione alla Loas, questa volta dovranno valutare molto attentamente i pareri che rilasceranno: non è solo per una questione di opportunità, in prospettiva non ci sono solo i risultati della indagine della magistratura o le conseguenze alla esclusione della white list, ma forti perplessità sulla validità della prima Autorizzazione.
Il Comitato Tutela dell’Ambiente e salute pubblica, l’Associazione La Città degli Alberi e Andrea Ragusa hanno inviato il 22 u.s. al Settore ambiente e rifiuti della Provincia di Latina, alla Direzione urbanistica e rifiuti della Regione Lazio, al sindaco di Aprilia, all’Arpa, ai Vigili del Fuoco le ragioni per cui la Loas – la società che gestiva l’impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi in via della Cooperazione che è andato completamente distrutto dalle fiamme lo scorso 10 agosto – non dovrebbe vedersi confermata l’Autorizzazione Unica Ambientale.
Lo studio, molto dettagliato, della notevole documentazione prodotta dalla Provincia, dai Vigili del Fuoco e dall’Asl, nonché dal Comune di Aprilia negli ultimi undici anni è stato inoltrato per conoscenza alla Procura della Repubblica di Latina, ove a seguito del rogo è stata avviata un’inchiesta.
«Scorrendo la cronistoria ed i contenuti dei vari atti autorizzativi – scrivono i firmatari del corposo documento – emergono forti dubbi riguardanti la validità dell’autorizzazione dell’impianto, essendo la stessa autorizzazione legata al rispetto di norme e prescrizioni puntuali.»
Riassumendo, i punti salienti che sono stati evidenziati e che il Comitato Tutela dell’Ambiente e salute pubblica, l’ Associazione La Città degli Alberi e Andrea Ragusa ritengono dovrebbero essere attentamente vagliati riguardano una serie di valutazioni sulla conduzione e gestione dello stoccaggio dei rifiuti, sulla non assoggettabilità a Via, su agibilità e collaudo di conformità, sull’autorizzazione allo scarico delle acque reflue industriali, sulle certificazioni Emas, sull’appartenenza della Loas alle industrie insalubri (altre valutazioni riguardano i rumori prodotti dall’impianti, la gestione dei piezometri e della quinta di vegetazione, la fascia di rispetto della linea elettrica AT).
«Abbiamo anche rilevato una tardiva comunicazione da parte dell’Arpa nell’invio di un verbale (redatto nell’aprile del 2015, ma speditoquattro mesi dopo), che avrebbe sicuramente inciso negativamente sulla prosecuzione dell’attività; considerato, inoltre, il mancato recepimento da parte della Loas delle Linee Guida per la prevenzione degli incendi, riteniamo ancora più importante oggi conoscere le conclusioni alle quali sono giunti i Vigili del Fuoco dopo il sopralluogo del 26 giugno 2019. Non ultime – hanno concluso i firmatari dello studio sulla Loas – le valutazioni sull’adeguatezza delle polizze fidejussorie, ovvero l’entità di queste, a garanzia dei possibili danni all’ambiente che la struttura avrebbe potuto arrecare».
Chiara Ruocco