Si sta celebrando, in queste ore in Sala Consiliare Luigi Meddi del Comune di Aprilia, l’anniversario della venuta di Papa Paolo VI nella nostra città, esattamente 23 agosto 1964.
Il Comm. D’Attilio
Alla presenza di molte figure della Chiesa, oltre le autorità militari, ha aperto la conferenza il nostro Comm. Prefettizio, Paolo D’Attilio, che ha esordito con citazioni del Santo Padre, toccanti rievocando il senso storico della la visita del pontefice con la comunità. Per i neoinsediati apriliani è stato come incontrare un nuovo mondo di operai lasciate le loro città e oltre alle città avevano lasciato anche la fede.
La venuta del papà era per dare nuova linfa al credo, alla fede nell’accezione più ampia.
Il Vescovo Vincenzo Vivo
Il senso della visita è più che mai attuale: abbiamo una crisi spirituale e sociale ad Aprilia.
La chiesa oggi, nel celebrare i 60 anni del papa, sta porgendo una mano ad Aprilia in un momento di difficoltà grande dopo gli accadimenti burrascosi in politica.
I problemi sono differenti e la politica anche l’attualità rispetto a 60 anni fa e per le amministrazioni diventa difficile governare una città con risorse scarse e ci sono inoltre minacce e pericoli nel territorio che si insinuano nella politica.
Il ricordo della venuta di Paolo vi è da tenere vivo.
Nel ripercorrere la missione del Santo Padre, il cardinale Semeraro ha riferito al nutrito pubblico che assiepava la sala, che la prima missione assoluta del suo mandato è stata una messa ad Aprilia.
Con toni affettuosi e generosi il Cardinale ha spiegato il senso delle parole di Paolo VI nell’omelia dedicata ad Aprilia e il senso del passato e l’attenzione verso il presente e nel confronto ne traeva la proiezione verso il futuro. Oggi il problema è che non esiste questa successione
oggi c è appiattire to sul presente.
Racconta Semeraro di un cantante attuale che ha annunciato “siamo una generazione disperata” e la parola futuro non ha senso adesso, perchè il domani fa paura.
Essere cristiano per il Papa non è la dottrina delle formule ma è la consapevolezza di essere amati.
Paolo VI aveva la modernità di vedere al domani. Questa era l’essenza, il significato e la visita ad Aprilia, quel lontano 23 agosto, lui non l’ha più dimenticato e ne parlava nella sua omelia il giorno dopo a Castel Sant’Angelo.
L’incontro, moderato da Don Franco, si sposta in chiesa per una messa dedicata al Santo Padre.