“Ci saremmo aspettati che in commissione urbanistica l’assessore facesse riferimento ai quesiti giunti dal Mims per avere delucidazioni sugli standard urbanistici e dissesto idrogeologico che abbiamo sollevato direttamente all’Alta commissione che decide sui Pinqua. Invece notiamo che, al solito, la trasparenza non è una modalità operativa della politica, soprattutto quando si parla i interventi economici dove a sfuggire è l’interesse per la collettività.
A distanza di oltre un anno dal decreto ministeriale n.395 del 16/09/2020 e di nove mesi dall’inserimento da parte della giunta comunale della proposta più criticata, la numero 3 riguardante gli interventi nel quadrante Toscanini (https://www.comune.aprilia.lt.it/comunicato-stampa/pinqua-da-amministrazione-ok-a-proposta- per-nuove-connessioni-verdi-urbane-strategie-pubbliche-per-rigenerare-il-territorio/) l’amministrazione comunale annuncia che porterà in consiglio comunale una delibera riepilogativa di tutti gli interventi del programma urbanistico Pinqua. Questo è emerso nel corso dell’ultima Commissione consiliare urbanistica, ove sia esponenti della maggioranza che dell’opposizione, tecnici di mestiere, hanno espresso dubbi sull’opportunità di concedere il diritto di superficie ad una società per realizzare delle palazzine ove oggi sorge il Quinto Ricci, adducendo scuse fantasiose, come quella della viabilità come se ogni giorno presso lo stadio si disputassero partite o come se la realizzazione di palazzine non inciderà dal punto di vista antropico su una area fortemente abitata e dove mancano servizi. L’assessore in commissione ha anche prospettato la possibilità di invitare comitati e associazioni (cosa che ci risulta già essere avvenuta ma senza gravi scossoni) ma questa tardiva disponibilità non cancella, a nostro avviso, le perplessità sull’esistenza di un pubblico interesse nella vicenda dell’operazione stadio.
Non stiamo esprimendo una opinione bensì una considerazione maturata dallo studio dei documenti (che sembra che molti consiglieri non abbiano) e che, a seguito delle nostre osservazioni, lo stesso ministero ha chiesto al Comune di Aprilia di chiarire. Il fatto che le tribune non siano a norma è una cosa gravissima: l’assessore anziché interessare la magistratura per questi lavori (?) decide che per cancellare l’errore sì debba abbattere il manufatto ma per costruirci sopra delle palazzine (“Una scelta inevitabile”). Anziché usare la gomma da cancellare Ruberti elimina l’errore disegnandoci uno scarabocchio, per dirla in maniera semplice. Ed è un principio che viene ripetuto anche sul fosso: ovvero il corso d’acqua è inquinato allora lo ricopriamo, anziché bonificarlo e mettere fine alle cause di inquinamento. Questo ragionamento è ambiguo ed è una contraddizione in termini del new deal annunciato da Ruberti: questo annunciato dall’assessore all’urbanistica non è un nuovo corso ma è la riproposizione di vecchi schemi che non possono passare per nuovi perché a proporli c’è una faccia nuova.”
Chiara Ruocco