“Ci fu grande esultanza quando Aprilia si aggiudicò i fondi europei del PLUS; tra i progetti presentati per partecipare al bando per l’assegnazione degli stessi, vi era anche la nota pista pedociclabile che va dalla stazione ferroviaria alla ex-Claudia. La superficie pedociclabile, per la cui realizzazione furono spesi circa 550.000 €, per essere definita tale avrebbe dovuto soddisfare i requisiti previsti dal Decreto Ministeriale N. 557 del 30/11/1999 (Regolamento per la definizione delle caratteristiche tecniche delle piste ciclabili), tra i quali una larghezza di 2,50 m e, soprattutto, non presentare ostacoli che ne impedissero la percorribilità e ne inficiassero la sicurezza a scapito dei fruitori” spiegano i rappresentanti del M5s locale.
“Ma quella pista può veramente definirsi a norma, cioè rispettare tutti i dettami del citato Decreto Ministeriale? Analizzando gli ostacoli disseminati su di essa, e non segnalati, sembrerebbe di no. L’elencazione degli ostacoli ne annovera una diversità variegata che spazia dal noto tronco di pino (via A. Moro – tratto via Monte Grappa/via delle Palme) al palo dell’illuminazione stradale (via A. Moro angolo via Sabotino), dalle piantane elettriche (via A. Moro e via Nettunense) al vano contatori dell’acqua (via A. Moro) fino ad arrivare ai diversi armadi ripartilinea. È proprio su questa ultima tipologia che vorremmo focalizzare l’attenzione. La presenza di questi armadi ripartilinea, appartenenti alle compagnie di telecomunicazioni, sulla superficie pedociclabile rappresentando degli impedimenti improvvisi ed imprevisti, soprattutto durante le ore notturne in cui non essendo segnalati risulterebbero invisibili, ci fa sorgere l’interrogativo del perché siano proprio lì” affermano i Grillini Apriliani e Cittadini Pentastellati.
“In corrispondenza di questi armadi in via Moro ed in via Rossa, la larghezza della pista a causa della presenza degli armadi stessi, si restringe sotto il minimo consentito per permettere che essa possa essere definita tale. Non sappiamo né se né quanti dei diversi armadi ripartilinea fossero già presenti all’atto del collaudo della pista, ma sicuramente, se questi non lo erano in quel momento sono stati posizionati successivamente e qualcuno dovrebbe averne autorizzato la realizzazione sulla superficie della pista stessa. Questa brutta abitudine di posizionare sulla pista gli armadi telefonici (non si capisce perché non posizionarli altrove) non si è persa con il tempo e va ancora di moda! L’ultimo è in fase di installazione proprio in questi giorni da parte di Open Fiber in via Aldo Moro, di fronte alla chiesa; qualcuno se n’è accorto? L’Amministrazione ne è a conoscenza? Sono stati autorizzati? Se sì, chi ha autorizzato questo ennesimo restringimento della pista? Siamo sicuri che la pista pedociclabile, con tutti questi restringimenti ed ostacoli rispetti ancora la prevista normativa? Speriamo di poterla continuare a definire pista ciclabile e non “marciapiede rifatto”!”