“Aggettivi offensivi nei miei confronti”: la nota della discordia

Il Consigliere Carmen Porcelli punta il dito verso il Consigliere Pasquale De Maio: una nota è al centro della disputa

Dopo l’accusa formulata dal Consigliere Carmen Porcelli nei confronti di un dipendente comunale, nel mese di luglio, ne derivò un chiarimento verbale: chiarimento al quale la Porcelli ha richiesto una lettera formale di scuse o di richiamo per il dipendente stesso.

Foto di F.Melocchi

Foto di F.Melocchi

Lettera che, secondo quanto dichiarato dal Consigliere, non è mai stata redatta, con lo scopo di “non sollevare un polverone in Consiglio Comunale“. ” Trovo stucchevole che Lei non abbia avvertito questa necessità, non per me – l’atteggiamento dei consiglieri uomini in quell’aula ha dimostrato ampiamente la considerazione che questi hanno delle donne che si impegnano nelle istituzioni e nella società – ma per Lei e per la città; Lei non ha neanche tentato una minima azione per tutelare la Sua immagine di sindaco della quinta città del Lazio, sindaco che nutre velleità politiche ben più alte di quelle di primo amministratore di Aprilia“.

Cons. Pasquale De Maio

Cons. Pasquale De Maio

Nella giornata di oggi, Carmen Porcelli ha inviato una nuova lettera indirizzata al Sindaco di Aprilia, Antonio Terra: al centro della polemica c’è una nota redatta dal Consigliere Pasquale De Maio.Tutto ciò perché dalla pagina di un social network di un suo assessore, a proposito anche qui la invito ad osservare il basso profilo istituzionale di un membro della sua giunta, apprendo dell’esistenza di un comunicato (non inviato però agli operatori della comunicazione) a firma del capogruppo della Sua lista civica, Pasquale De Maio, i cui toni ricalcano a parole le immagini del consiglio comunale del 23 luglio u.s: i termini inappropriati, allusivi, conditi da un eccesso di aggettivi offensivi ai limiti del diritto di critica, non sono ascrivibili solo alla scarsa proprietà di linguaggio che si può attribuire al consigliere, ma ad una forma mentis che non si addice a chi ha la presunzione di rappresentare una città di 80mila abitanti. Perché se mi sorge il dubbio, più che legittimo, che Lei quel giorno non volesse chiarire e sanare quella vicenda nella maniera più appropriata, che Lei non fosse come me indignato per il comportamento avuto da un suo dipendente nei confronti di un rappresentante dei cittadini schernito solo perché donna, oggi ho la conferma, alla luce di quanto accaduto, che lei volesse semplicemente far calare il sipario su una vicenda che ricopriva di vergogna l’intera assise. Mi dimostri di aver sbagliato nella mia valutazione e provveda, come Lei stesso mi aveva promesso, a censurare il comportamento di quel dipendente”.

 

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