Il recente blitz dei cosiddetti “Fascisti del terzo millennio”, come amano chiamarsi, in cui si insinuano loschi profitti tra Comune e cooperativa nella gestione dell’accoglienza dei richiedenti asilo e rifugiati, è simile nella sostanza a quello avvenuto a Como alcuni giorni fa, in cui un gruppo di naziskin piombava improvvisamente nel bel mezzo di un’assemblea (Como senzafrontiere) composta da persone impegnate negli aiuti agli immigrati e, dopo un proclama delirante con corollario di puro stile squadristico, li definiva nemici della patria.
E’ la strategia comunicativa che hanno scelto in tutta Italia per lanciare i loro beceri e vergognosi attacchi alla Democrazia solidale, per seminare nel terreno fertile del disagio sociale, che la politica non riesce a contenere, la paura dell’invasione, la paura di dover dividere gli avanzi. Stia tranquilla l’Amministrazione, quel poco o tanto che fa è ben fatto. Far parte di quei 2000 comuni italiani (su 8047) che hanno accettato le quote e l’integrazione dei richiedenti asilo e rifugiati è una buona scelta. Se tutti i comuni lo facessero non ci sarebbe nessun problema. Neanche per l’Europa senza muri o filo spinato gli immigrati rappresenterebbero un problema (sono lo 0,2% su 500 milioni).
I neofascisti, con quel manifesto esposto davanti al palazzo comunale hanno voluto proporre ai cittadini il messaggio dell’egoismo nazionalistico, del razzismo, del “prima gli italiani”, “padroni a casa nostra” e altre simili sciocchezze, che però fanno tanti voti per quel calderone maleodorante in cui prospera anche la destra in “doppiopetto” che, non a caso, non si esprime, minimizza, parla d’altro.
Ma la Città di Aprilia, che ha una bellissima e variegata esperienza di convivenza multiculturale che costituisce l’essenza stessa della sua storia per chi vuole leggerla cogliendone gli snodi temporali più significativi, non è la Città del “prima gli apriliani” (sarebbe ridicolo), ma la “Città delle infinite culture” come abbiamo voluto titolare il Convegno che come ANPI terremo il 15 Dicembre (a cui invitiamo i cittadini) e che abbiamo organizzato con alcune Associazioni che sul tema dell’emigrazione, dell’integrazione e della solidarietà ci sono da sempre e operano anche sul nostro territorio.
Il blitz è stato prima di tutto, anche per il luogo simbolo che è stato scelto, l’atrio del palazzo del Comune, un insulto ai cittadini e, insieme, un insulto alla Carta costituzionale che è stata elaborata contro la dittatura fascista e le leggi razziali tenendo presente il valore e la dignità della persona e quindi il dovere della solidarietà (artt. 2, 10).