“Abbiamo deciso di partecipare alla manifestazione indetta da Salvini a Roma per il 19 ottobre, senza simboli politici ma con il Tricolore e con un netto no allo Ius Culturae. Alla “chiamata” rispondiamo da uomini liberi e volutamente lontani dalle logiche castranti dei partiti. Ma non possiamo restare a guardare, abbiamo il dovere di promuovere l’uscita rapida da quello stato di apatia che aleggia in parte del nostro mondo. All’apatia rispondiamo con l’azione, allo sconforto rispondiamo con la forza della presenza (sia culturale che fisica), alla propaganda dell’uomo indifferenziato contrapponiamo la “bellezza della forma”. Ovunque ci sarà una chiamata per costruire il sovranismo noi ci saremo, e per farlo bisogna anche badare alla materia e non solo al pensiero.” spiega il movimento coordinato dal Emanuele Campilongo.
“La presenza fisica è un atto concreto a cui bisogna far seguire l’elaborazione politico-culturale. Il nostro impegno è sempre lo stesso ma si esplicita in modo diverso. Nella maniera più mortifera possibile per il sistema che vogliamo combattere cioè quello liberal-democratico. Ci troviamo nel pieno della “notte della post-modernità”, dove la censura è tornata ad essere il principale metodo di lotta da parte dei nostri nemici. Siamo in epoca di pensiero unico a cui tutti noi abbiamo il dovere di ribellarci. Farlo da casa, dietro una tastiera ora non serve” prosegue APL.
“Siamo completamente distinti e distanti da ogni nostalgismo, da ogni richiamo reducistico e da ogni idea di “rinchiudersi nel ghetto dei ricordi”. Noi siamo uomini della Tradizione in assenza di essa, e per quanto ci riguarda i nostri simboli sacri non dovrebbero essere oggetto di commercio. Facciano ciò che vogliono i nuovi censori e guardiani del sistema liberal-democratico, a noi questo non tocca. Non cadiamo nel tranello di chi ci vuole ricondurre alla polemica sul nostalgismo. Ciò è funzionale alla loro narrazione nei confronti del nostro mondo. Ci aprono volutamente alcuni spazi di polemica su determinati aspetti, solo perché essi sono utili alla loro strategia di mostrificazione dell’universo identitario. Piuttosto continuiamo a fargli scoppiare il fegato organizzando sempre maggiori iniziative metapolitiche, e a diffondere tutti i libri che le nostre case editrici con fatica danno alle stampe. I nemici del popolo italiano, i servi dell’usurocrazia internazionale sanno di avvicinarsi ogni giorno di più alla loro sconfitta. In cuor loro sanno di aver tradito, e che la loro azione è deleteria per il corpo e l’anima della Nazione. Hanno perso il sonno e nonostante siano all’oggi seduti sugli scranni del comando, sono sempre più nervosi e rancorosi. Sta a noi con il pensiero e l’azione adoperarsi e far in modo che la loro inevitabile catastrofe arrivi il prima possibile. Tutti a Roma!” l’appello di Aprilia in Prima Linea.