“Sono passati anni da quando la struttura dell’ex Claudia è stata fatta oggetto di una ristrutturazione, che ha trasformato il sito nel Polo Culturale di Aprilia.
Peccato però che dopo anni dall’intervento, l’amministrazione comunale non abbia ancora stabilito come gestire lo stesso Polo Culturale.
La modalità di gestione ed i criteri di assegnazione degli spazi andavano stabiliti già durante l’opera di ristrutturazione.
Per fare in modo che l’edificio e le attività culturali decollassero immediatamente.
Che cos’è invece oggi questo Polo Culturale?
Semplicemente un contenitore vuoto, abbandonato a sé stesso.
L’ingresso alla struttura, con il lampione storto e senza illuminazione.
Il palo sradicato con il cartello della dogana appoggiato provvisoriamente all’albero, dà già un segnale di abbandono.
Entrando, si possono ammirare l’erba incolta al posto di composizioni floreali, immondizia, piazzali vuoti, due vecchi carri di carnevale parcheggiati lì.
E se qualcuno si chiedesse dove sono finite le casette di legno che sono rimaste posizionate in piazza fino agli inizi di febbraio, ecco, sono state parcheggiate anche queste lì, per metà smontate.
Per non parlare della struttura stessa.
Per l’esterno è stato utilizzato un legno da interni, già danneggiato dalle intemperie.
I battiscopa esterni si sono in parte smontati.
Le porte, che per una ragione di sicurezza dovrebbe aprirsi verso l’esterno, si aprono verso l’interno della struttura.
Senza considerare che una parte dell’edificio è un cantiere ancora aperto, con due porte sbarrate praticamente da una scopa di legno.
Tutto questo ci conferma la trascuratezza in cui versa la nostra città, che abbiamo più volte avuto modo di denunciare.
Ci fornisce in più un buon metro di misura per considerare l’attenzione dimostrata in questi anni dall’amministrazione comunale per la Cultura della nostra città.
Praticamente nulla, in particolar modo se paragonata a quella riservata alle continue colate di cemento.
Non si può far finta di niente.
Gli anni passano e la nostra comunità soffre sempre più la mancanza di spazi in cui poter manifestare e far crescere una fiorente vivacità culturale.
Mentre la città assume sempre più il colore grigio della cementificazione”.
di Anna Catalano
Qualcuno,all’indomani dell’inaugurazione, avendo io scritto,anche con un sonetto romanesco,esternando perplessitá, mi epipetò quale triste Cassandra.
Era chiaro d’acchitto che non avrebbe funzionato,
E non mi riferisco ai disagi strutturali che sono propri di tutta la Cittá, ma alla mancanza concreta di uno spessore culturale mancante nell’amministrazione e nella Città nel suo complesso.
Era già chiaro per un esempio che è davanti a tutti da anni: il CRAL ex Simmenthall,da notevole struttura sportiva,trasformata in un centro pseudo sanitario e peggio.
Non capisco, tornando al tema, perchè poi lo chiamano polo culturale.Bo?
La verità è amena: spesi i soldi del budget della ristrutturazione, a chi pensate possa più interessare lo”Scatolone”?