All’invito del Comune di partecipare ad “un serio confronto pubblico“ CasaPound risponde presente.
Ma alle sue condizioni: ovvero far sedere al tavolo “tutte le parti in causa”, compresi i cittadini delle zone in cui lo Sprar concentrerà l’accoglienza:
“Se un serio confronto pubblico è ciò che vuole l’amministrazione – riferisce la nota del movimento – accettiamo di buon grado un incontro con le parti in causa.
A partire dal Comune passando per la cooperativa Karibu.
Per arrivare ai cittadini di Fossignano, Campo di Carne e Toscanini.
Porteremo sul tavolo tutta la vera “disinformazione” fatta sullo Sprar, le problematiche legate all’arrivo dei migranti sul territorio.
Infine, chiederemo chiarezza sulle attività svolte dalla Karibu.
Non ci aspettiamo certo di far cambiare idea agli affaristi o ai politici a caccia di voti.
Ma dalle battaglie non ci si chiama fuori.
È ora che qualcuno inizi a fare una seria opposizione in questa città”.
Un confronto che, però, secondo il gruppo apriliano di CasaPound si sarebbe dovuto svolgere molto prima.
Invece
“il Comune di Aprilia – proseguono da CasaPound – ha deciso di percorrere la sua strada senza alcun bisogno di “dialogo democratico” con le parti in causa.
Aderendo allo Sprar, portando i migranti a Via Parigi in concerto con la Prefettura, costringendo le località di Fossignano e Casello 45 a vivere una situazione di degrado.
È chiaro che il sindaco Terra non vuole discutere, non ne ha alcuna intenzione.
Le scelte fatte dalla giunta vanno in un senso unico.
Ovvero imporre alla città di Aprilia un sistema di business, di guadagno e di affari che si basa sulla tratta dei nuovi schiavi.
Ribadiamo che i guadagni delle Coop potranno solo incrementare con l’adesione allo Sprar.
Che, al contrario di ciò che propaganda il Comune, non garantisce nessun argine all’emergenza migratoria.
Riteniamo – conclude la nota – che l’adesione allo Sprar da parte del Comune non sia un processo irreversibile.
Come non lo è il fenomeno migratorio.
E siamo pronti a dimostrarlo”.
di Massimo Pacetti