La consigliera Carmen Porcelli ha ritenuto opportuno esprimere la propria opinione in merito al tragico incidente di ieri presso lo stabilimento Kyklos e, con l’occasione, proporre al Sindaco di indire il lutto cittadino, affinché le morti bianche sul lavoro ricevano il giusto onore.
Le manifestazioni di solidarietà , soprattutto nella giornata di ieri, per la morte di due operai alla Kyklos debbono
chiaramente essere seguite da atti concreti, ma la condanna unanime della città deve trovare una giusta risposta. La morte di due lavoratori non può passare invano. In questi anni le lotte dei cittadini si sono infrante contro il muro alzato dai poteri forti, ma sulla solidità di quei muri molto hanno giocato i silenzi, le connivenze e le convenienze di chi ci ha governato e ci governa. Quanto accaduto lunedì mattina deve segnare un punto di non ritorno: il rispetto delle regole e l’obbligo della verità non possono cancellare quelle due morti, certamente, ma che da oggi in poi rappresentino un metodo di condotta per rispettare anche chi vicino a quello stabilimento ci vive sono condizioni imprescindibili per garantire l’incolumità e la sicurezza di chi abita in quel territorio. Con questo non si vuole accusare nessuno, ma la verifica delle norme di sicurezza all’interno del sito è a carico della società e far passare i lavoratori unici responsabili prima di aver atteso la chiusura delle indagini. I residenti da anni chiedono il rispetto delle norme perché vivere a contatto con uno stabilimento le cui emissioni odorifere rendono impraticabile l’area è impossibile.
Credo che questo tragico episodio debba farci riflettere. Il “c’è di peggio” di fronte alla morte di due persone è alquanto offensivo, almeno quanto lo sono le condanne mediatiche. Comprendiamo lo stato di nervosismo dell’ assessore Lombardi, vorrei però – se mi è consentito – suggerirle di rivedere con obiettività la sua posizione in materia assunta negli ultimi anni e venire a relazionare in consiglio comunale con serenità – su quanto è accaduto senza dimenticare quando era sulle barricate a contestare l’arrivo della Turbogas.